Per chi proviene dal Nord l’epiteto “terrone” per definire un meridionale è sempre stato piuttosto comune. In genovese si dice “gabibbo” e ricordo benissimo che nel mio paesino di campagna chiunque venisse a sud di Firenze veniva etichettato come “gabibbo”. Poi effettivamente con l’avvento del leghismo è diventato politicamente scorretto dare del terrone a qualcuno, anche perché denotava un senso di presunta superiorità, mentre nella sua accezione originale evocava solo un generico fastidio per qualcuno che non sapeva parlare il dialetto o preparare del buon pesto. Tanto è vero che per trasformarlo in un insulto si aggiungeva qualche corollario, il più tipico era “gabibbo do belin”. Ricordo altresì che il corrispettivo “polentone”, quando feci un pezzo del militare in Sicilia, mi veniva rivolto tranquillamente in faccia senza nessun pudore, mentre per esempio dalle mie parti gabibbo o terrone si diceva rispettosamente solo degli assenti.
Tutta questa filippica per dire che condannare una persona a 18 mesi per aver rivolto l’epiteto terrone, financo al Presidente della Repubblica, la trovo una cosa da medioevo, una cosa al limite del ricorso alla Corte Europea per i diritti dell’uomo, in quanto violazione della libertà di espressione.
Sarà che questa idiozia della discriminazione territoriale, che è vietata negli stadi, mi urtica oltre modo, mentre ho sempre provato un sottile piacere a riempire di contumelie milanesi e romani. Perfino i napoletani si schierarono contro quest’assurdità di levarci il diritto di insultare gli altri allo stadio.
Bisognerebbe ogni tanto badare un po’ meno alla forma e un po’ più alla sostanza.
(beninteso, io considero che dire a qualcuno “terrone” sia da stronzi e maleducati, ma qui stiamo parlando di 18 mesi di reclusione).
Il presidente della repubblica, anche di quella delle banane in cui viviamo, è pur sempre la massima istituzione, è ad essa e non all’uomo che, credo, sia riferito il vilipendio.
Detto ciò, mi viene da pensare che, dato che a suo tempo il minus habens in questione dichiarava di usare il tricolore come carta igienica senza conseguenza alcuna, ora che ha perso i suoi privilegi si prende tutto il pacco regalo, del resto va sempre così, quando passi la vita a rompere i coglioni, la volta buona che trovi uno che ti fa una faccia così di schiaffi è sempre quella in cui c’entravi di meno, si chiama saper stare al mondo.