Come qualcuno dei miei 25 lettori sa, conoscendomi personalmente, spesso mi diletto in cucina con risultati decorosi. Non conosco molte ricette e sono abbastanza specializzato in pochi piatti, bravino nei primi e nelle carni, so fare alcune cose della tradizione ligure, scarsino sui pesci, quasi zero sul dolce.
L’altro giorno per puro caso mi sono cimentato in una pasta fatta con quello che c’era in casa, abbastanza improvvisata, ma che tuttavia si è rivelata buonissima, al punto che mia moglie mi ha chiesto di rifarla, questa volta ricomprando gli ingredienti. L’ho ribattezzata “alla greca” perché ci sono la feta e le olive nere, ma in realtà ha poco altro a che fare con i nostri cugini mediterranei.
Dunque, per quattro persone servono: spaghetti di buona qualità (io uso questi della Barilla che trovo eccellenti, fra le paste commerciali da supermercato), una manciata a commensale di rucola, 150-200 gr di feta greca, olive nere (meglio le taggiasche e perdere un po’ di tempo a denocciolarle che quelle in salamoia troppo sapide), capperi, pepe nero in grani, una cinquantina di pomodorini datterini (o ciliegini o in alternativa pomodori cuore di bue pelati e fatti a dadi), cipolla rossa di Tropea e un bicchiere di vino bianco buono e non troppo leggero, olio extra vergine e sale.
Preparazione: si taglia la cipolla a rondelle sottili e la si mette a soffriggere in una padella antiaderente con l’olio freddo e fiamma vivace, assieme al pepe nero in grani (non macinato altrimenti cuocendo tende all’amaro). Nel frattempo si tagliano i pomodori datterini in due (o in quattro se sono ciliegini grandi). Quando la cipolla inizia a soffriggere la si sfuma con il vino bianco, abbassando il fuoco per farla stufare. Quando inizia a schiarirsi e consumare il vino, si aggiungono i pomodorini e una manciata di sale grosso. Nel frattempo si mette la spaghettiera con acqua per fare gli spaghetti nel modo canonico (sono da scolare molto al dente perché finiranno la cottura in padella). Si prepara poi un trito grossolano di poche olive nere (4-5) e si uniscono in padella assieme ad una decina di capperi sciacquati del sale quando i pomodorini iniziano ad appassire. Si lascia proseguire la cottura a fiamma bassa. Se il sugo si asciuga troppo allungare con l’acqua di cottura degli spaghetti. Infine preparare un trito grossolano di rucola, feta e olive nere denocciolate (io taglio a coltello la rucola con le olive, verso il tutto in una ciotola e ci sbriciolo sopra la feta). Quando agli spaghetti manca un minuto alla cottura si tolgono dall’acqua e si travasano nella padella e si unisce al tutto la rucola e la feta, a fuoco basso e facendo saltare per amalgamare il condimento. Si serve a tavola con un filo di olio a crudo e una spolverata di pepe. A piacere si può aggiungere ancora della feta e\o olive e pomodori freschi nella pasta impiattata. A chi piace l’aglio si può mettere a inizio cottura assieme alle cipolle.
Fatemi sapere se la provate.