Quanto è libero il libero arbitrio?
Source: Quanto è libero il libero arbitrio? – Il Post
E’ un articolo molto interessante, secondo me, che fa un compendio degli studi più recenti su quanto di quello che facciamo sia determinato (in estrema sintesi) dalla morfologia del nostro cervello e l’ambiente in cui siamo cresciuti, e quanto invece sia determinato da nostre libere scelte.
In pratica si cita il caso di un tizio a cui un tumore al cervello aveva stimolato istinti sessuali insani e irrefrenabili, asportato il quale questi istinti erano finiti ed era tornato alla “normalità”. Ne segue un dibattito fra lo scientifico e il filosofico su quanto possa essere deresponsabilizzante (o poco gratificante) l’idea che una cosa la faccio perché non ho scelta, perché il mio cervello è fatto così, rispetto a quando se faccio un atto eroico o un atto miserabile è perchè ho scelto di farlo.
Ora il mio (necessariamente modesto e poco informato) punto di vista è che esiste una via di mezzo fra le due cose. Io non ho istinti pedofili, e quindi non è che sia una grande scelta quella di non commettere atti di libidine o di molestia verso i minori. Non mi interessa (anzi mi disgusta) e quindi non lo faccio. Una persona che ha invece di questi istinti ha scelta. Può reprimerli oppure dar loro seguito e conseguenze. Quindi è vero che in parte un pedofilo (stupratore, violento, serial killer, ladro, bullo, ad libitum…) è nella condizione di fare e provare certe cose al di la della sua volontà, ma resta sempre un margine che è la scelta che deve essere fatta fra agire e non agire.
Io sono un uomo incline alla rabbia esplosiva, mi arrabbio moltissimo, anche se poi passa molto alla svelta e sostanzialmente senza scorie. E’ una cosa che ho imparato a controllare negli anni e le occasioni in cui do in escandescenza sono sempre meno frequenti e sempre meno dirompenti. Io probabilmente sono così per indole e geni (mia madre buonanima era uguale), resta però il lato della scelta. Il famoso contare fino a 10.
E’ probabile poi che ci siano casi (come l’insegnante di Charlotte col tumore al cervello, di cui parlavo all’inizio) per cui queste pulsioni sono talmente forti da essere difficlmente raffrenabili. Allora in quel caso la legge, la giustiza e la società in genere deve essere sicuramente (più) indulgente nello stabilire sanzioni e più incline a tentare un rimedio.