Mancano esattamente due mesi alle elezioni, che si terranno il 24 febbraio. Lo scenario è fluido i protagonisti ancora incerti, molti sommovimenti ancora in corso, quindi quasi tutti i notisti politici stanno sull’Aventino in attesa di capire meglio gli scenari prima di sbilanciarsi in previsioni. I sondaggi iniziano a risentire dell’effetto campagna elettorali, le truppe degli indecisi o astenuti si stanno assotigliando e si ingrossano le fila di quelli che si schierano. Il risultato è che il PDL cresce, il PD cresciucchia, M5S si contrae così come, con diversi numeri, i partiti più piccoli non ancora schierati. Io penso che alla fine l’esito sarà più o meno il seguente.
Bersani sostenuto da PD+SEL+PSI e con probabilmente l’appoggio esterno di FED e altri di sinistra (magari anche i neonati arancioni di De Magistris) ha una prospettiva elettorale del 42-44% al massimo, con una buona campagna elettorale si può arrivare li.
Monti sostenuto dal centro (Casini, Fini, Montezemolo) più da un po’ di transfughi delle due parti, anche se molti di più dal PDL, può arrivare ad un buon 20%, forse addirittura 25%, se la campagna elettorale sarà convincente.
M5S ha un bacino potenziale del 15% e credo che lo raccoglieranno tutto fino all’ultimo voto (per altro un partito rinnovatore, attaccato alle caviglie del potere come un cane da guardia, che entri a valanga nel parlamento è in questo momento una manna dal cielo, dato che non ha alcuna chance o prospettiva di governo).
Il PDL dopo la ridiscesa in campo di Berlusconi ha arginato l’emoragia di consenso che si andava registrando da mesi, ma non credo che l’effetto Berlusconi sia più quello di un tempo, inoltre non ha un competitore nel suo campo, che è il bacino elettorale più ricco e maggioritario nel paese da sempre. La Lega è data in risalita, ma certamente tornerebbe nell’oblio in caso di alleanza.
Io credo che PDL+Lega+Storace sia un ticket da massimo 25% in questo momento, non oltre, con PDL al 18-20 e Lega al 5, sempre stando al fatto ormai scontato che Monti si ponga come federatore di un centrodestra alternativo a quello populista. Insomma si divideranno più o meno il campo in due, poi vedremo chi prenderà il 25 e chi il 20 o anche meno, ma secondo me andremo a parare li.
Purtroppo (o per fortuna) la legge elettorale proporzionale tende a premiare la parcellizzazione perchè è più facile trovare il micropartitino che fa la battaglia su una nicchia in cui io mi sento rappresentato (mi immagino tipo carcerati e parenti di carcerati che votano in massa per i radicali o i No Tav che votano in massa per i partiti di estrema sinistra e così via).
Io quindi credo che il 25 febbraio potremmo trovarci con una “grossa coalizione” Monti-Bersani, col primo al Quirinale e il secondo a Palazzo Chigi, con uno dei due maggiorenti del centro, Fini o Casini, a presiedere una delle due camere, e l’altro in qualche ministero visibile ma non eccessivamente influente (Esteri, Difesa). In più un qualche pezzo da novanta dell’area montiana all’economia o all’industria, Montezemolo e Marcegaglia nel caso dell’industria, Passera nel caso di ministeri economici con anche la vicepresidenza del consiglio.
Più o meno potrebbe funzionare con 40 per Bersani, 15 per Monti, 25 per Silvio, 15 per Grillo, più i rotti per i partiti minori non coalizzati che è la mia proiezione di risultato ad oggi.
L’unica mina vagante è qualche scandalo pesantissimo in stile Lazio o Lombardia che possa mettere legna nel fuoco stellino e indebolire qualcuno degli attori, anche se il PDL è abbastanza immune da questo tipo di problemi, visto che i suoi elettori in tanti anni se ne sono sempre sbattuti degli scandali.
Infine bisognerà vedere se le cancellerie europee, pur nel formale rispetto delle democrazie, faranno qualche endorsement esplicito a Monti tale da poter sbilanciare un pochino questa ripartizione.
In più c’e’ da considerare la partita che sta giocando Berlusconi, che ha credibilità sotto i tacchi, popolarità ai minimi, ma che punta a polarizzare lo scontro con la sinistra come in passato, facendosi passare per il baluardo contro i cattivoni che mettono le tasse. Non avendo naturalmente più la verginità di uno che arriva da fuori campo, ma essendo stato al governo ed avendo contribuito in prima persona all’aumento della pressione fiscale, l’unica chance che gli resta è quella dell’assalto all’arma bianca, fucili bassi e baionette innestate, come dimostra l’attacco suicida alla fossa di Santoro, dove verrà verosimilmente scorticato vivo, ma che servierà ai suoi elettori a schierarsi al suo fianco, visto che odiano Santoro e Travaglio e non crederebbero alle loro parole nemmeno se dicessero che il cielo è azzurro.
L’altro aspetto che può incidere sono le primarie parlamentari. Scegliere il parlamentare che verrà mandato alle camere è una cosa che potrebbe indurre gli elettori a sostenere un partito con più vigore. Fra l’altro, pur non votandolo, spero che le primarie oltre al resto portino al PD un successo elettorale netto, vigoroso, in modo da indurre anche gli altri partiti a dotarsene, ne gioverebbe la democrazia.