A quanto pare degli astronomi americani hanno scoperto un pianeta potenzialmente abitabile a 20 anni luce dalla Terra.
Ho fatto due calcoli spannometrici. Se provassimo a raggiungerlo con un veicolo spaziale che raggiunge la velocità di 50 km al secondo (credo che alcune sonde vadano più o meno a quella velocità) ci vorrebbero poco più di 100 mila anni.
Il che significa che se anche la tecnologia riuscisse a fare un salto per cui riuscissimo a migliorare queste performance di 10^3 e quindi riuscissimo ad andare a 50mila km al secondo ovvero 200 milioni di km all’ora, ci vorrebbero comunque 120 anni (1/6 della velocità della luce vorrebbe comunque dire una velocità spaventosa, temo difficilmente raggiungibile).
Il che lo rende, a meno di non sfondare i limiti della fisica per come li conosciamo, per quanto vicino in termini astronomici, lontanissimo in termini sostanziali e, di fatto, inesplorabile.
Se per ipotesi riuscissimo a mandare nella sua direzione un segnale così potente da raggiungerlo, e ci fosse qualcuno in grado di riceverlo e trasmettere una risposta (occorre che ci sia una forma di vita intelligente e che la sua civiltà abbia raggiunto uno sviluppo comparabile col nostro e non l’abbia superato di troppo, magari i nostri segnali potrebbero sembrare per una eventuale civiltà aliena l’equivalente dei tamburi tribali o dei segnali di fumo) ci vorrebbero 20 anni prima che lo ascoltino e 20 anni perchè ci torni indietro una eventuale risposta.
Insomma questo genere di scoperte avvalora la tesi che tanto è probabile che nell’universo esistano altre forme di vita, tanto è improbabile che queste scorazzino per l’universo e di tanto in tanto ci facciano visita.