Man mano che passa il tempo la questione diventa sempre più opaca. Ogni attore di questa vicenda ne dice una diversa. “Era l’autista di Craxi”, “L’ho conosciuto dopo la morte di mio figlio”, “lo conosco da oltre 10 anni” (e quindi non poteva essere l’autista di Craxi) “a Berlusconi l’ho presentato io”, “Parlavamo di candidature del PDL” (con uno del quale sei diventato frequentatore per la tragica dipartita del figlio?), eccetera.
E ho l’impressione che sia davvero un nervo scoperto. Non per niente Feltri, all’epoca delle intercettazioni Berlusconi-Sacca, parlò del “rischio gnocca” che avrebbe potuto travolgere il premier.
C’era la questione Carfagna, le intercettazioni che l’avrebbero riguardata con la deflagrazione dello storico rapporto Guzzanti senior-PDL e la famosa mignottocrazia. Poi c’e’ stato l’affondo della fondazione Farefuturo (che fa riferimento a Gianfranco Fini) sulla questione delle veline-candidate (altro che la sinistra).
Adesso che la stampa internazionale sta mettendosi in fila dietro Repubblica per la mancanza di risposte chiare sulla vicenda, visto che lo stesso Berlusconi si è lamentato del “danno a livello internazionale, visto che in Italia posso spiegare” credo che, come ho già scritto, se non la buccia di banana, se non l’evasione fiscale di Al Capone, possa essere un crinale ripido da cui discendere senza traumi per il premier.