Non so se il governo delle larghe intese sia il bersaglio grosso verso cui sparare ogni critica, certo è che sul fronte dei diritti civili e delle libertà individuali i progressi sono stati miserabili, in compenso i regressi in termini di welfare e tutela dei lavoratori sono andati a passo di carica.
E’ stata approvata una (per altro utile e doverosa) legge sulla continuità affettiva che sostanzialmente stabilisce che se dei bimbi in affido vengono dati in adozione in cima alla lista degli adottandi vanno messi i genitori affidatari. La legge però reintroduce delle odiose discriminazioni, che faticosamente si erano superate negli anni passati, quando esisteva la figura del figlio “legittimo” e del figlio “naturale” a seconda, cioè, che fosse nato fuori o dentro al matrimonio. Oggi, anche in termini successori, non esiste alcuna distinzione. In sostanza la legge stabilisce, “quod scripsi, scripsi”, che questa norma si applica solo ai bimbi che vengano affidate a coppie “tradizionali”, ovvero moglie e marito eterosessuali e regolarmente coniugati.
Una cosa che reintroduce un discrimine odioso e atroce verso i terzi innocenti di questa vicenda, ovvero i bimbi affidati. Che se avranno la sventura di essere affidati ad un single, a dei conviventi o a dei gay, non potranno poi diventarne i figli, e quindi dovranno ricominciare con una nuova (magari terza o quarta) famiglia, senza aver garantita la continiutà affettiva e senza avere colpa alcuna, ammesso che qualcuno ne abbia, per chi sono stati scelti per loro come affidatari.
Del resto a fare i governi con i Cicchitto, Lupi, Angelino Alfano, Verdini e via schifan(an)do, certi rospi tocca ingoiarli. Del resto non è che il boy scout brilli per coraggio in termini di diritti civili, i colpi di rene ce li ha solo per abolire l’articolo 18. Lì i vescovoni di questo cazzo non hanno avuto di che ridire.