Nel suo ormai celebre intervento in video (a proposito di cattive abitudini: senza domande, senza contraddittorio, solo un lungo monologo senza pause) Fini ha sostanzialmente detto che, nel caso in cui venisse accertato che l’appartamento è in effetti di Tulliani, lui lascerebbe istantaneamente la Presidenza della Camera (cosa che non avverrà, la casa è di una società anonima con azioni al portatore, che sono grossomodo come banconote, chi le ha in mano le possiede, per cui sbarazzarsene è una cosa di una facilità imbarazzante) ma che lo farebbe per senso di etica pubblica, non perchè responsabile di alcunchè, se mai di troppa ingenuità e troppa buona fede nell’aver affidato a suo cognato quella compravendita.
Due cose. In primis, io penso che Fini abbia disposto a proprio piacimento di una proprietà del partito, che essendo un lascito abbia pensato che il danno eventualmente arrecato fosse minimo, e quindi con un atto di non certo commendevole nepotismo lo ha messo nella disponibilità del cognato. Questo è quello che credo, e credo anche che, nel merdaio in cui è ridotta la politica italiana, sia perfino un peccato veniale. Però sia le piccole bugie prima che la scusa davvero poco verosimile dell’ingenuità (scrivevo la stessa cosa di Scagliola, uno passa in zero secondi da essere un pescecane coi denti affilatissimi ad essere una spigola finita nella rete) lo rendono indifendibile. E’ pur vero, come ho scritto poco sopra, che una società che è di chi ha in mano le azioni, sopra cui non c’e’ scritto nulla di nulla, può cambiare 10 proprietari in meno di un minuto. Se chi ha queste azioni me le mettesse nelle mani io diverrei automaticamente proprietario. Quindi insomma, dimostrare che la casa è di Tulliani è sostanzialmente impossibile.
La seconda cosa che mi viene da dire in realtà sono tre, che però riconducono tutte allo stesso personaggio. Tanto come si fa a stracciarsi le vesti per la scusa, come detto poco consistente, della buona fede, quando si è al servizio di uno che ha scambiato la P2 per il rotary, ha scambiato un boss mafioso per un garzone di stalla, non si è accorto che il suo avvocato usava i suoi soldi per comprare sentenze corrompendo giudici, che dei suoi manager usavano i suoi soldi per corrompere i finanzieri, che un suo manager faceva fondi neri compravendendo diritti di film e metteva questi soldi (a sua insaputa) su un conto corrente e ha sempre giustificato tutto ciò con “la buona fede”?
E poi: come è possibile che un ministro di un paradiso fiscale, che deve la sua economia e la sua esistenza, alla riservatezza sui traffici che si svolgono al suo interno, possa rivelare una notizia così riservata in conferenza stampa? Dico, al di la del non chiaro meccanismo con cui questa notizia esce sulla stampa, se tu fai fede alla tua “mission” nazionale, a quel punto devi negare che sia vera.
Inoltre, se, come detto, la società è anonima e le azioni al portatore (ovvero sono tali e quali alle banconote che avete in tasca) come fa questo ministro a sapere chi in questo momento ne ha la disponibilità? Se, per assurdo, il proprietario attuale mi incontrasse e gli risultassi molto simpatico, potrebbe darmi questi fogli di carta in mano e io diventerei all’istante proprietario di tutto.
In tutto questo quindi due conclusioni. Fini, per quel capisco io, ha fatto una cosa non certo esemplare ma in un posto dove il più sano ha la rogna, come la politica e in particolare quella del centrodestra che è una sorta di polo magnetico per attrarre mascalzoni, una cosa di questo genere rispetto a quelli che lo circondano, è davvero poca roba. Per me la colpa grave di Fini è di aver, fino ad oggi almeno, votato decine di leggi porcheria, leggi ad personam, cambiato la legge elettorale a maggioranza, insomma essere sempre e comunque andato al traino di Berlusconi per fare tutto il suo immondezzaio di questi anni. Se ha regalato un appartamento del partito al cognato, mi sembra a confronto una facezia.
La seconda è che, sempre parlando di colpe, aver lasciato ad un uomo solo il potere di condizioare i media, avere servi sciocchi come Pio Pompa (non voglio pensare che fosse eterodiretto) che fanno un’azione di dossieraggio verso gli avversari politici, avere la possibilità (con tutta evidenza) di fare pressioni ad un piccolo stato off shore di violare una delle sue regole più rigorose e che ne garantisce di fatto l’esistenza e la sopravvivienza, è una colpa gigantesca, definitiva, esiziale.
Per vent’anni abbiamo detto: quest’uomo ha troppo potere e troppo pochi scrupoli nell’utilizzarlo. Ci dovevate proprio andare a picchiare col naso dentro prima di accorgervene?
Perdonami ma se la casa vale 300 mila euro e lui ci ha messo 300 mila euro dove sta il problema?Quale sarebbe il favoritismo?Dove ci avrebbe rimesso il partito?
Non è che una casa che vale 500 mila euro l’ha pagata 500 euro,è stata valutata 300 mila euro e 300 mila euro il partito ha preso.
Tra l’altro mi pare che sia stata venduta nel periodo di fusione di AN con il PdL dopo le elezioni del 2008.Ora io immagino che un partito di 50ennale presenza sul territorio(prima come MSI poi come AN dalla svolta di Fiuggi dei primi anni ’90)con un range di preferenze tra il 5 e il 10% avesse disponibilità patrimoniali ben più importanti di una casa da 300 mila euro,e sul suo valore nessuno ha più messo becco da quando l’economo del partito ha detto in procura che era il suo effettivo valore e nessuno ha contestato minimamente la ricostruzione di Bocchino:il valore lo ha stabilito chi amministra il condominio…quindi che Fini abbia semplicemente cortocircuitato suo cognato sul dirigente che ha poi effettivamente firmato la cessione dimenticandosi della vicenda immagino non sia una cosa così impossibile.
O no?
O Fini era tenuto a controllare più approfonditamente solo perché si tratta di un parente? Per esempio se tuo cognato si offre di piazzarti una cosa e ti porta i soldi che vale questo oggetto per quale motivo non va bene o non dovresti accettare?E soprattutto per quale motivo dovresti fare ricerche più approfondite sul reale proprietario di quell’oggetto?
salut
mashiro