Le cosiddette scatole nere sono dei dispositivi che le compagnie assicurative propongono con alcuni prodotti RC e sostanzialmente sono in grado, grazie ai geolocalizzatori e agli accelerometri, stabilire posizione e direzione dell’impatto in un incidente, eliminando di fatto il rischio di frodi.
Dato che uno dei mantra più ricorrenti delle compagnie è che l’alto costo delle RC è dovuto alle frodi, ci si aspetterebbe che l’uso di queste scatolette abbassi il costo delle RC. In realtà questo avviene in modo molto molto contenuto, considerando anche che i costi di installazione e disinstallazione sono spesso a carico dell’utente medesimo e questo ostacola la concorrenza perché nel cambio di compagnia le black box non sono portabili.
Il motivo è molto semplice: io ho installato una black box perché non faccio frodi alle assicurazioni. Non le facevo prima e quindi la scatoletta è solo un arnese con cui posso risparmiare qualche foglio da 10 quando pago la polizza RC. Ma se uno invece fa le frodi la scatolina non la mette. Ergo renderla facoltativa non fa scattare il beneficio collettivo antifrode. Lo farebbe se gli sconti fossero tali e tanti da renderla così competitiva che il solo fatto di non metterla sarebbe una sostanziale ammissione di colpevolezza. Invece il risparmio è basso, ci sono dei costi occulti e infine la storiella che le RC sono alte per colpa delle frodi è, in sintesi, una cazzata.
La gran parte del costo di una polizza RC è (pensa un po’) carico fiscale. Questo è il motivo per cui in questi anni di crisi e benzina alle stelle, con un crollo di chilometri percorsi ed incidenti, le RC non sono scese. In parte perché tante compagnie assicurative sono un manipolo di manigoldi speculatori che fanno cartello, ma in gran parte perché la leva maggiore su cui si potrebbe agire è quella fiscale. E il governo naturalmente non ci pensa nemmeno.