Io sono uno di coloro a quali le ingerenze della Chiesa Cattolica nella vita politica e pubblica infastidiscono non poco. Non tanto perchè Bagnasco, Bertone o Ruini non abbiano il pieno e perfetto diritto di dire tutto quel che lor pare e piace, ci mancherebbe, quanto perchè poi si arroccano dietro l’abito talare e diventa impossibile criticarli senza diventare blasfemi, offensivi o di urtare la sensibilità religiosa di chichessia.
Quando degli accademici storsero il naso di fronte all’evenienza che il pontefice inaugurasse l’anno accademico apriti cielo.
Ora però, dal momento che queste ingerenze ci sono, e sono continue e su qualunque fronte e argomento, diventava davvero problematico capire, senza fare della dietrologia su alcuni vantaggi fiscali e su una serie di leggi gradite, come fosse possibile che un premier i cui comportamenti sono oggetto di scandalo e ludibrio da parte di tutto il pianeta, proprio la Chiesa Cattolica che (purtroppo) ci è così vicina anche fisicamente, non trovasse il tempo di dire due parole sul tema.
Con grande ritardo e quando lo smottamento sotto i suoi piedi cominciava ad assumere le dimensioni della frana Bagnasco si è deciso a dire qualcosa, c’e’ da dire senza giri di parole, ma con una nettezza e un vigore che invece mi ha favorevolmente sorpreso. Che che ne dica Ferrara si tratta di una presa di distanze che è destinata a lasciare il segno. Ora non credo che i tanti cattolici conservatori che votano PDL dopo queste parole voteranno Vendola, e nemmeno Bersani. Ma magari Casini si. E questo, per Silvio, è molto peggio che un colpo mortale, perchè anche se riuscisse a rimettere in piedi la vecchia coalizione di centro destra, che è l’unica accreditata per reggere l’esame delle urne, ci sarebbe un tale sbilanciamento di forze che Silvio verrebbe diasarcionato ancora prima di provare a cavalcare.
Comunque Bagnasco è riuscito a non citare il nome “Berlusconi”, mentre in altre occasioni con politici di altro colore né lui né le altre tonache si sono fatte problemi a citare nomi e cognomi.
Saluti,
Mauro.