Il riferimento è soprattutto alle svolte e contro-svolte del presidente del Consiglio a Gerusalemme. Essendo arrivato ad giustificare (non richiesto) la guerra di Gaza, in cui sono morte 1.400 persone, Berlusconi una volta messo piede in Palestina per incontrare Abu Mazen ha provato a “recuperare”. Ha equiparato quelle vittime di Gaza agli ebrei sterminati nell’Olocausto. Una bestemmia per gli ebrei, giustificata soltanto dalla sincera difesa dello Stato di Israele che da sempre il capo del governo ripete in ogni occasione.
via Repubblica.it – Blog – Webdiplomazia » Blog Archive » La “caos-politik” dell’Italia.
Il fatto è che Silvio, come ogni Egoarca, ha la necessità impellente, quasi fisica, di compiacere l’interlocutore che ha di fronte e quindi dice quello che l’uditore vuole sentirsi dire. E’ uno che è cresciuto alla scuola del perfetto venditore, che utilizza la tattica di far sentire chi gli parla sempre un gradino sopra, sempre super considerato, perchè questo implica una gratificazione che poi conduce al risultato (la vendita). Sono tecniche che si imparano, oppure che si hanno innate. C’e’ molta anedottica a riguardo sui rapporti di Berlusconi con chiunque. E’ un uomo incapace di dire “no”, per non scontentare chi gli parla e non perdere la propria gratificazione sotto forma di consenso (o devozione o ammirazione).
Non starò qui a fare pappardelle didascaliche sulle forme aristoteliche di persuasione retorica (ethos, pathos e logos) ma diciamo che è abbastanza lampante che Silvio è uno che non parla ne al cervello ne al cuore, ma alla pancia, al ventre molle dei propri elettori/soci/sottoposti eccetera.
Ecco perchè lo stesso uomo che racconta barzellette sugli ebrei e l’olocausto, riesce poi a dire (giustamente) che Ahmadinejad è un pazzo pericoloso che somiglia molto ad altri pazzi pericolosi del passato (che sull’antisemitismo hanno costruito consenso e immani tragedie), ma è lo stesso che, di fronte al paragone Saddam-Mussolini, diceva che Mussolini al massimo mandava la gente al confino in dei magnifici posti di villeggiatura, salvo poi, di fronte al parlamento israeliano, parlare dell’infamia delle leggi razziali, e così via.
Quindi difendere la legittimità dell’attacco a Gaza davanti alla Knesset e poi paragonarlo all’olocausto degli ebrei di fronte ad Abu Mazen, non è parte di chissà quale misterioso disegno diplomatico o quale tentativo di stabilire alleanze trasversali. Riguarda solo il fatto che se parli con gli ebrei, devi dire male degli arabi, se parli con gli arabi, devi dire male degli ebrei.
Un gran pezzo della colpa di queste figure di palta internazionali che siamo costretti a fare per voce e faccia ceronata del nano, dipendono anche dalla pletora di yesman che lo circonda. Quando tu sei il cumenda brianzolo che durante un CdA dell’azienda di cui sei padrone racconta una barzelletta orrenda, fa una gaffe o una battuta inopportuna, gli altri membri del consiglio, da te nominati, rideranno e si compiaceranno, salvo poi darsi di gomito appena giri lo sguardo.
Berlusconi, anche da capo del governo, è rimasto questo, un cumenda brianzolo. Al posto del CdA il CdM, al posto dei dipendenti, i maggiordomi (Bondi, Cicchitto, La Russa, Gasparri….).
Chi gli tocca il tempo, viene folgorato. Chiedere a Pisanu, Fini, Follini, Fisichella….