Un pensiero ultimamente mi frulla per la testa e riguarda questa tendenza di Internet ad essere un covo di odiatori. Molti pensano che la Rete sia uno specchio della realtà e che quindi quest’odio che galleggia nei vari social network sia solo bile che travasa attraverso il suo sfogo naturale, il posto dove tutti possono parlare ed esprimersi liberamente. Io invece non penso che sia così, penso che Internet sia diventata uno specchio deforme della realtà e che in parte questo sia perfino colpa mia.
Io ho iniziato a frequentare la rete attorno al 1995, poco dopo la sua “costituzione” (non starò a ripercorrere la storia, facciamo coincidere per comodità la nascita della Internet come la conosciamo noi, quella che ha iniziato ad aprirsi al grande pubblico con la nascita del WWW nel 1994).
Quando io mi feci la prima casella di posta, su Geocities (poi confluita in Yahoo), mi capitò di leggere un articolo su un portale (si, all’epoca esistevano i portali di accesso alla Rete, visto che i motori di ricerca erano di la da venire, per come li conosciamo oggi) in cui si diceva che in Italia possedevano una casella di posta elettronica all’incirca 20 mila persone e meno di 300 mila in tutta Europa. Si trattava in gran parte di accademici e comunque di persone con un livello di istruzione alto, in gran parte maschi (più inclini alle novità tecnologiche, storicamente).
C’erano dei rigorosissimi codici di comportamento, quella che si chiama(va) Netiquette, ovvero una serie di regole comportamentali da tenere sui forum o sui gruppi di discussione Usenet o nelle mailing list. Quando iniziarono ad arrivare “le persone” (all’epoca usava fare come regalo di Natale la connessione ad internet ed il modem e fra noi più “anziani” frequentatori si usava ironizzare che dopo Natale c’era tanto da lavorare per tenere pulito) per chi già era in Rete uno dei compiti principali (fatto anche con un certo gusto sadico) era quello di blastare i newbies (i novellini) e richiamarli alle regole della Netiquette, a comportarsi secondo i dogmi del buon comportamento.
Ecco, io penso che questo atteggiamento, questo modo di fare, si quello che ha gettato le basi della Internet attuale, fatta di odiatori e di persone che si rapportano agli altri con questo atteggiamento sussiegoso e la voglia di sopravanzare e di avere l’ultima parola. In poche parole di blastare.
Io credo che in parte non trascurabile dipenda dal fatto che all’inizio, agli albori, su Internet quelli fighi, quelli che erano li da tanto, erano dei manganellatori verbali, gente che ti metteva nell’angolo con mezza dozzina di parole in risposta a quelle idiozia o ingenuità.
Quando poi Internet è diventata di tutti, questo modello si è propagato anche fra chi, avendo meno intelligenza e cultura media, ha riproposto lo stesso modello ma senza la necessaria arguzia e senza il sottile sarcasmo e il divertito snobismo di chi se lo potesse permettere. Sono diventati solo veri e propri travasi di bile, con insulti beceri e senza misura, arrivando al punto di augurare la morte al figlio malato di Bonucci reo di aver accettato il trasferimento dalla Juve al Milan.