Mi sono sempre permesso di accusare la polizia di essere uguale alle mafie: omertà e copertura assoluta dei colpevoli. Canterini, Perugini, Fournier, Spaccarotella… tutti accusati di fatti gravissimi, alcuni con le prove evidenti di comportamenti se non illegali per lo meno eticamente molto discutibili, sono ancora al loro posto. Anzi. Tutti promossi. Nel caso di Perugini gli hanno pure dato la scorta per “le minacce ricevute”.
Mattanze a Napoli, al G8, alla Diaz, a Bolzaneto. Gente che è accusata di sparare a vanvera, spacciare cocaina, aver violentato prostitute, che tiene in galera degli innocenti dopo aver estorto confessioni a mazzate.
Tutti al loro posto.
Però ora la musica è cambiata. Hanno finalmente sospeso un poliziotto. Si tratta di Gioachino Genchi, colpevole di aver causato una grave lesione dell’immagine delle sedicenti forze dell’ordine dopo aver difeso se stesso (con una certa veemenza in effetti) su Internet dagli atacchi dei giornali della destra.
Quindi: se picchi gli straccioni della Diaz, promosso. Se tenti di incastrare dei rumeni analfabeti, promosso. Se spari in faccia ad un ultras: ne promosso ma nemmeno licenziato. Se mandi affanculo mezzo stampa i gioranlisti dipendenti di Berlusconi: ti cacciano.
Effettivamente è la cosa più grave.
Mi autocommento (cosa ben poco commendevole) per evitare di inserire un altro post sul medesimo argomento.
http://bennycalasanzio.blogspot.com/2009/03/caso-genchi-tutta-la-verita-in-un-menu.html
Articolo da leggere.