La vittoria di Federer a Wimbledon, che lo porta a 15 vittorie in un torneo dello “Slam”, facendogli superare Sampras, fermo a 14, ha iniziato a far sorgere sul bravo e sempre molto misurato svizzero, il titolo un po’ posticcio de “il più grande di tutti i tempi”.
E’ un difetto antico, quello degli osservatori dello sport, sia professionali che dilettanti, cercare nei trionfi di ogni campione, l’etichetta de “il più grande”. Per anni si è dibatutto su chi fosse più grande fra Maradona e Pelè, considerando che la “perla nera” ha vinto più mondiali (Maradona però ne perse uno in Italia a causa di un rigore piuttosto generoso concesso ai tedeschi) però nella sua carriera di club mai si è misurato con campionati competitivi e difficili come quello spagnolo e quello italiano.
Poi c’e’ il motoclismo, dove in cima all’olimpo ci sono due italiani, Agostini e Valentino, dove il primo ha vinto più mondiali e più gare, ma il secondo ha vinto più mondiali e più gare nella classe regina. C’e’ da dire che Agostini poteva correre contemporaneamente in più categorie nella stessa stagione, ma anche che il numero di gare di una stagione era molto minore.
In ogni caso si tratta di dibattiti senza soluzione certa. Valentino è sicuramente uno dei più grandi, forse il più grande, ma è difficile dirlo con certezza. Il grande Giacomino ha impartito lezioni di motociclismo a due generazioni di avversari, dominando la sua stagione da corridore grossomodo come Valentino adesso. In più ci sono anche i campioni scontenti, quelli come Mike Hailwood, che dopo anni di trionfi da dominatore incontrastato, decise di passare all’automobilismo, così come fece un altro grandioso pilota di moto, Jean-Michel Bayle, gigante del motocross, che decise, dopo aver vinto tutto il vincibile, ti passare con scarse fortune alle moto da strada.
Tutto questo per dire che il tentativo di confrontare campioni del passato con campioni del presente è un esercizio complicato e manicheo. Lo sport è cambiato molto, e vincere ai tempi di Coppi e Bartali era difficile come a quelli di Indurain e Pantani, ma lo stesso sport, a distanza di anni, è diventato qualcosa di profondamente diverso, le regole sono cambiate e molto spesso si rischia, paragonando campioni di epoche differenti, di confondere il grano con il loglio.