Da qualche tempo la pressione mediatica attorno al tema sicurezza e’ diventata quasi asfissiante. Dappertutto non si parla che di questi stranieri cattivi che non fanno altro che rubare, stuprare, spacciare droga. Dappertutto cresce quest’ansia da accerchiamento, siamo alla caccia alle streghe.
Questo atteggiamento, che prima era confinato nei ghetti dell’estrema destra xenofoba e in parte nella Lega Nord, ora sta dilagando, sotto l’onda emotiva delle notizie sempre piu’ incalzanti proposte dai media.
Parlando nei luoghi di lavoro e ricreazione con “l’italiano medio” si sente ripetere sta cantilena che “prima non era cosi'” adesso “le cose sono diventate insostenibili” e cosi’ via.
Naturlamente c’e’ qualcosa di vero, nel senso che e’ abbastanza normale che quando ci sono enormi flussi migratori questi creino un impatto sociale considerevole, si formano dei ghetti, gli strati piu’ deboli sono esposti maggiormente a questa invasione pacifica e poi in mezzo a tante persone si annida chi, per indole o necessita’, tira a campare compiendo azioni illegali, da cose lievi come vendere senza licenza cloni contraffatti di beni di lusso, a cose piu’ gravi, contro il patrimonio o addirittura contro le persone.
Ora e’ ovvio che quando poi la situazione economica e’ difficile, quando c’e’ crisi, quando i soldi per arrivare a fine mese non bastano, lo scivolamento verso il basso delle condizioni di vita, porta chi sta in fondo a questa scala spesso a dover trovare degli espedienti per far quadrare il bilancio. E quindi il popolo dei migranti che giocoforza sta in questo strato basso della ricchezza, e’ il piu’ esposto al rischio di scivolare nell’illegalita’.
Contemporaneamente quelli che vedono le proprie condizioni di vita deteriorarsi e attorno a se questi migranti ‘diversi’ che magari arrotondano facendo qualche marachella, tanto piu’ se fomentati da campagne di stampa incessanti su stupri, rapine, furti, scippi e compagnia bella, vedono nei nuovi arrivati, molto facilmente, i colpevoli del proprio disagio.
Questo mi ricorda molto la splendida metafora Manzoniana, vedere le persone che anziche’ cercare di reagire alla situazione di disagio, si preoccupano di incazzarsi con l’extracomunitario che sta a fianco a se.
Per altro la strategia di mettere paura e poi di reprimere con leggi dure, se da un lato puo’ creare un effetto analgesico immediato, a medio lungo periodo i problemi finisce per accuirli invece che lenirli.
Tanto per dire, se io fossi un immigrato clandestino e sapessi che nel momento in cui trovo un lavoro e una casa, posso regolarizzarmi, integrarmi e garantire ai miei figli un futuro migliore del mio presente, se sono una persona per bene, come gran parte degli stranieri sono, farei l’impossibile per regolarizzarmi, lavorare, togliermi le preoccupazioni.
Viceversa, sapere di essere considerato un delinquente, rischiare la galera, per il semplice fatto di essere clandestino, quindi per quello che [b][u] sono [/u][/b] anziche’ per quello che [b][u]faccio[/u][/b], la voglia di dire, galera per galera, almeno cerco di campare bene fino a che non mi prendono, sarebbe forte.
E’ la vecchia teoria della finestra rotta.
Se queste persone vengono aiutate ad integrarsi, lavorare, stare nella legalita’, la strada e’ piu’ lunga e faticosa, ma di certo su periodi medio lunghi i risultati saranno molto migliori e piu’ sostenibili.
Per tacere del fatto che in Italia ci sono circa un milione di immigrati senza permesso. Dubito che esistano, anche usando le caserme dismesse, strutture e agenti di controllo per accogliere una quantita’ cosi’ abnorme di persone.
In conclusione vorrei riprendere una considerazione di Gad Lerner, che da ebreo sa bene quello che dice. Quando e’ stato proposto di istituire un ‘commissario straordinario per i Rom’ lui suggeriva di provare a sostituire la parola ‘Rom’ con ‘ebrei’ per rendersi conto immediatamente e con raccapriccio di che sinistro deja vu sia sentire barbarie di questo genere.
Per altro io vivo a Genova, in quartiere-ghetto, strapieno di sudamericani. A Genova c’e’ la piu’ grande comunita’ di sudamericani d’Europa. E la gran parte vivono vicino a me.
E posso dire che sono al 99% persone per bene, che lavorano duramente, che si alzano al mattino presto e sgobbano come muli fino a sera tarda. A me non e’ mai capitato il minimo disguido o incomprensione o furtarello ne alla mia fidanzata. Anzi, devo dire che vivere in un ambiente multietnico, coi negozi e i locali pieni di persone di ogni razza e cultura, mi fa sentire enormemente a mio agio e questo respirare un pezzetto di un altro mondo mi mette spesso di buon umore.