Io credo che tanti comportamenti privati o privatissimi di un qualunque cittadino possano invece essere oggetto di pubblico dibattito da parte dei cittadini, perchè misurare quello che uno fa nei propri atti pubblici per tutti e quello che invece fa nella propria vita privata di nascosto è elemento di giudizio a cui uno, facendo il politico, si espone volontariamente.
Per cui se il politico X, come è successo con Marrazzo, viene colto in situazioni un po’ pruriginose, è giusto che i cittadini verifichino poi se nella sua vita pubblica ha compiuto atti che stigmatizzano o ghettizzano i comportamenti che ha tenuto in privato.
Fare però una lista, protetti dall’anonimato, senza citare prove o fonti, in cui si elencano le preferenze sessuali dei politici (fra l’altro così facendo si fa anche l’elenco di chi è eterosessuale, per differenza) è un uso abnorme e deforme della libertà che concede la rete di dare notizie. E fra l’altro costituisce un eccellente alibi (e sarà così in futuro) per chi vuole imbavagliare la rete obbligando chi tiene spazi come questo modestissimo a chiudere bottega o a parlare solo dei cazzi propri e non della cosa pubblica.
Tre piccole osservazioni a sostegno della tua tesi:
– in un paese civile l’orientaqmento sessuale di un politico dovrebbe contare zero;
– una lista come quella pubblicata ricorda tanto, ma tanto, le vecchie liste di proscrizione;
– per almeno tre dei politici della lista si trattava comunque solo di un segreto di Pulcinella.
Saluti,
Mauro.
temo di non aver capito il tuo pensiero, o forse lo spero!
Provo a sintetizzarlo meglio: non credo che i politici abbiano diritto alla privacy ed è più che giusto verificare se uno che in privato è omosessuale poi promulga, sostiene o vota leggi omofobe. Questo premesso credo che una lista fatta tipo colonna infame, senza nessuna prova di riscontro, protetti dall’anonimato, sia un uso deforme della libertà che concede la Rete (e rischia di ritorcersi contro chi invece tenta di usare questa libertà per esprimere liberi pensieri).