E’ contro questo radicato pregiudizio made in USA che FIAT dovrà sbarcare a Detroit e convicere gli americani della bontà dei propri progetti tenologici.
Per fortuna di Fiat nel gruppo ci sono anche tre marchi che negli States godono ancora di ottima stampa, come Maserati e Alfa Romeo, oltre naturalmente a Ferrari che però non è per tutte le tasche.
Mi permetto un piccolo consiglio ai manager Fiat. Come in passato furono fatte delle macchine a motore Ferrari sia per la lancia (ricordo la mitica Tema) e per Maserati, secondo me non sarebbe male fare una Chrisler-Ferrari engine come macchina d’esordio della join venture. Sarebbe come uscire una sera con qualcuno che ti conosce poco ed è un po’ diffidente e rompere il ghiaccio offrendogli una cena nel miglior ristorante della città.
Certo non si diventa subito amici per la pelle, ma per lo meno il ghiaccio si rompe e la diffidenza svanisce.
Altro piccolo consiglio. Gli americani non sono molto sciovinisti in genere, importano volentieri cibo, abiti, mobili, varia tecnologia. Sui mezzi di trasporto invece, tranne che per qualche rara eccellenza (come Ferrari e Ducati appunto), tendono a considerare le proprie produzioni le migliori, anche contro le più disarmanti evidenze.
Punterei poco sul “made in Italy” che se fosse formaggio o abiti firmati funzionerebbe alla grande, e molto più sull’idea che le cose nascano da uno scambio culturale e tecnologico, prendendo il meglio di entrambe le parti.
Infine, per carità del cielo, non mandate a puttane un marchio leggendario come Jeep.