L’undici giugno 1984 moriva Enrico Berlinguer, forse il più amato fra i segretari del PCI e senz’altro una delle figure apicali della sinistra italiana del ‘900.
Recentemente la signora Assunta vedova Almirante rivelò che suo marito e Berlinguer si davano degli appuntamenti in qualche sperduta radura accompagnati dalle rispettive auto per parlare riservatamente del terrorismo di varia matrice, nera e rossa, che funestava l’Italia negli anni ’70 ma che lo dovevano fare lontani da occhi indiscreti perchè in quel periodo un incontro para istituzionale fra un comunista e un fascista avrebbe potuto avere conseguenze gravissime, compresi atti gravi di sangue.
Quando Berlinguer morì Almirante andò alla camera ardente per rendergli omaggio, accompagnato dal suo giovane assistente, futuro presidente della Camera e segretario della svolta moderata di Fiuggi dell’allora MSI.
Si parla di anni in cui ancora fumavano le pistole per il terrorismo nero e rosso, scoppiavano le bombe e andare in un posto pieno di comunisti, per un segretario del MSI era quasi un suicidio, tipo alzare una bandiera del Verona nel centro della curva Sud di Napoli.
Invece ne Almirante ne il giovane Fini furono oggetto del benchè minimo commento o appunto o soggetti al minimo rischio di incolumità personale o anche solo all’imbarazzo di qualche sguardo ostile, tale e tanto era il rispetto per la salma cui andavano a rendere omaggio e tale e tanta la solennità del momento, pur nei gelidi anni di piombo (che ormai è vero volgevano al crepuscolo).
Oggi la musica è assai cambiata per il più maturo Gianfranco Fini.