Quella pallida battigia, gelida, grigia, mentre questa povera creatura innocente sembra auscultare la Terra, quasi si domandi se c’e’ un cuore che batte, è uno schiaffo in faccia a tutti noi che stiamo nei nostri comodi rifugi di benessere, che facciamo retorici e autoreferenziali dibattiti sui centri di accoglienza, sulle quote, sui muri di recinzione. Questa vita spezzata, chissà che terrore deve aver attraversato questo corpicino fragile mentre veniva sopraffatto dalla fatica e dalle onde. Mentre cercava disperato aiuto che non sarebbe arrivato. Avrà cercato la mamma, quella che tutti noi, in ultimo, cerchiamo, quando nessun altro può sottrarci al destino.
Mi immagino questo fiore appena sbocciato alla vita, con gli occhi gonfi di meraviglia come solo i bimbi sanno avere, per ogni nuova cosa che la vita gli mette davanti, chissà cosa gli sarà sembrato questo viaggio interminabile nel mare, questa terra promessa in cui sarebbe dovuto arrivare.
Non c’e’ niente di più doloroso che ricostruire i pensieri che avranno attraversato la mente di questo bimbo innocente e perduto per sempre. Avrà cercato ristoro in qualche immagine cara, magari una passeggiata con i nonni per andare a comprare i quataifs.
Chissà per quante notti i miei incubi saranno popolati da quegli occhi allagati dal cupo e nero terrore, che mi immagino, moltiplicando per un milione gli occhi terrorizzati che vedo nei miei cuccioli d’uomo quando succede loro qualcosa di brutto, quando il piccolo deve attraversare una grande stanza buia.
Come potete, voi persone di Fede, credere che ci sia un Dio che permette che accada tutto questo? Non vi viene da alzare gli occhi al cielo e puntare un dito inquisitore? Ma come Dio… come puoi aver permesso una simile crudeltà? Un simile abominio?
Come potete, voi Uomini Potenti non sentire il peso di quel corpicino inerte, svuotato della vita, che ha trovato la pace che cercava in Europa, ma quella eterna?
Come possiamo noi, tutti noi, non sentirci padri, nonni, zii e fratelli di quel meraviglioso, piccolo, progetto d’uomo che freddo e senza vita aspetta una mano pietosa in quella fredda sabbia?
Chino il capo, fra i mortali, impotente e disperato. Possano le mie lacrime essere ascoltate dal Dio buono e misericordioso a cui l’anima di Aylan verrà affidata. Sperando di cuore che esista e che questo doloroso passaggio sia stato solo il suo viatico a verdi valli incantate di pace e di ambrosia. Mai più di ora ho sperato che un paradiso esista e che il nostro lutto sia invece una festa nell’Aldilà, dove un nuovo angelo ha messo le ali.
Addio Aylan, che la Terra ti sia finalmente lieve.