Mi sono già espresso su queste pagine e altrove rispetto all’evenienza che il PDL potesse essere escluso dalla corsa alle due regioni più importanti del Paese. Certamente io preferisco uno strappo alla regola piuttosto che assestare un colpo così duro al diritto di voto di chi vota il PDL (e sono tanti, ahime).
Certamente per arrivare ad uno “strappo alla regola”, compiuto nel mezzo di una campagna elettorale, l’unico modo sarebbe stata una amplissima convergenza fra tutte o quasi le forze politiche, il coinvolgimento diretto del Capo dello Stato e, last but not least, un’ammissione di colpa da parte dei responsabili del misfatto per gli errori e le leggerezze compiute.
In pratica l’unica via percorribile sarebbe stata: attendere il giudizio delle varie magistrature dello Stato. In caso di verdetto sfavorevole, e anche in funzione di quanto questo fosse sfavorevole (per dire, l’esclusione di Formigoni e Polverini sarebbe stata intollerabile, mentre l’esclusione del PDL con intatta la possibilità di voto dei candidati, certamente no), coinvolgere l’opposizione, dopo una abbondante abluzione nella cenere nei confronti dell’opinione pubblica, e trovare una toppa decorosa ad uno scivolone pericoloso.
In questo modo i prinipii democratici sarebbero rimasti tutti intatti. Le regole si rispettano, le regole del voto non si cambiano in corsa e non si cambiano a colpi di maggioranza (con aggravio della reiterazione), ma la democrazia e il diritto di voto sono beni talmente supremi che, con l’accordo di tutti e la consapevolezza dell’importanza e della delicatezza della questione, si è fatto uno strappo, una tanutm, alla regola, un po’ come si è fatto per gli appalti quando ci sono i terremoti o le alluvioni.
Questa sarebbe stata la strada, l’unica tollerabile, per rimettere in corsa i candidati. L’alternativa quella di andare al voto zoppi o comunque accettare i verdetti degli organi preposti quali che fossero.
Invece, con la solita protervia e la solita prepotenza despotica (altro che “partito dell’amore”, altro che “partito della libertà”, questi sono dei prepotenti, degli incivili e degli illiberali come non ce ne sono mai stati in Italia da che c’e’ la Repubblica), si sono fatti l’ennesima leggina pro domo propria, tirando il presidente per i pochi capelli che gli sono rimasti, e sputando in faccia ad oppositori e in parte alleati, visto che Casini, pur sostenendo la Polverini, ha preso anch’egli le distanze.
Particolarmente schifoso e opportunista il comportamento della Lega, che si sta dimostrando un partito peggiore dei peggiori fra quelli che combatteva nella prima repubblica. Fino a che il problema è rimasto confinato ai “terroni” del Lazio, facevano spallucce e “cazzi loro” e “niente decreti”, tutti a fare i soliti duri e puri. Appena sono arrivate brutte notizie nel loro orticello lombardo, erano tutti li con la penna pronta a firmare il decretino.
Le grosse congratulazioni.
Sottoscrivo COM-PLE-TA-MEN-TE. Lo fa anche Ciampi, peraltro.