Il Cainano fa scuola. Anche il povero Giorgio double u, ha finito per essere frainteso. Il suo tono e le sue minacce ci hanno fatto credere che fosse un guerrafondaio e un pistolero, mentre lui e’ un uomo della pace per il quale “la diplomazia resta la strada maestra”.
Anche lui ha capito che in un’opinione pubblica dalla memoria cortissima, in un mondo dell’informazione che ti travolge di notizie con un bombardamento quotidiano enorme, l’ultima impressione che lasci e’ quella che conta.
Ma basterebbe ripensare alla vigilia della guerra in Iraq, la seconda, quando ai non molti (come me) che si opponevano alla cacciata militare dei taliban da Kabul, si uni’ un’autentica marea umana di persone contrarie alla guerra, 110 milioni di persone in piazza in tutto il Mondo, il quella che resta la piu’ imponente manifestazione della Storia dell’Umanita’.
Le balle sesquipedale sulle armi di distruzione di massa e sui rapporti fra Saddam e Al Quaeda usati come pretesto per attaccare ad ogni costo una regione che, a parte le solite tensioni meriorientali con Israele, non costituiva piu’ da decenni un pericolo per chichessia. Non che minacciare continuamente Israele o dare dei denari ai familiari dei kamikaze palestinesi siano azioni commendevoli, ma da qui a infognare il mondo in una guerra interminabile e tremendamente sanguinosa, ce ne passa.
Per altro e’ passata sotto silenzio la notizia che Saddam e’ stato condannato a morte, fra le altre cose, per una strage di Curdi, e pochi giorni fa, forse per compiacere l’alleato Turco che coi Curdi ha un conto aperto e che osteggia in ogni modo la nascita di una nazione Curda, il PKK (Partito Comunista Curdo) e’ stato inserito fra le organizzazioni “terroriste” (definizione che va molto di moda in Turchia, dove, per dire, se un professore di etnia Curda parla la sua lingua a scuola rischia una condanna a 20 anni di galera).
Quindi il povero George che a fine mandato sta provando in ogni modo a fare qualcosa che lo faccia ricordare in modo meno negativo di questi 8 anni orribili di suo mandato presidenziale, ora vuole farsi l’immagine di uomo di diplomazia, magari per essere ancora utile nello scenario internazionale nel ruolo di mediatore come Clinton e soprattutto Carter.
Non casuale il tentativo della Rice di creare un ponte Israele Palestina, visti gli esiti positivi per l’immagine che ebbero gli accordi di Camp Darby per Clinton.
Spiace solo che in tutto questo, il cagnolino scodinzolante Berlusconi (definizione del Secolo d’Italia ai tempi del gelo fra Fini e Silvio dopo il “predellino di S.Babila”) sia stato fatto fuori dalla piattaforma diplomatica sull’Iran.
Tanto le elezioni sono lontane e il regalo a Silvio (parlare al Congresso americano in un momento di popolarita’ sotto terra) glielo aveva gia’ fatto, per ripagarlo dei suoi fedeli e deferenti servigi.