Da quanto Giovanni Fontana mi ha insegnato che uno dei trucchi dialettici più frequenti e sfinenti nelle discussioni pubbliche italiane ha addirittura un nome, in inglese – “straw man fallacy” – appena lo vedo affiorare ci metto un timbro e abbandono la lettura o l’ascolto.
Se a qualcuno interessa suggerisco la lettura dell’elenco di tutti gli errori argomentativi logici fatto da Matteo Dell’Amico (è la traduzione dell’omologo lavoro in lingua inglese di cui è propriamente riportato il link originale).
La “Straw man fallacy” è stata propriamente tradotta “spaventapasseri” (uomo di paglia).
E’ molto istruttivo.
“Straw man” non ha bisogno di traduzioni fantasiose, essendo a sua volta la traduzione di “uomo di paglia”.
Dispiace vedere come ormai wikipedia sia l’unica fonte utilizzata per certificare una nozione, a costo di far sembrare un’americanata una fallacia classificata da secoli (complice l’assenza della corrispondente voce italiana). E comunque Sofri poteva cercare meglio nel wikipedia italiano:
http://it.wikipedia.org/wiki/Classificazione_delle_fallacie
Mi pare che il suo blogpost avesse altri obiettivi che non parlare di fallacie logico/argomentative. Sono io che ho preso spunto da lui per parlare di quello. Se per ogni argomento che si affronta su un blog si dovessero fare ricerche approfondite e scandagliare le fonti le alternative sarebbero produrre un post al mese o fare questo di lavoro. 🙂
So che è molto cara a Sofri (il saggio, il dito, la luna…), ma l’obiezione “veramente stavo parlando d’altro”, che ora mi muovi tu, non è buona per ogni occasione.
wittgenstein.it si dedica in gran parte a far le pulci al giornalismo italiano e non: non mi pare così impertinente dedicargli lo stesso trattamento.
In aggiunta Sofri si occupa (in modo secondo me velleitario) degli effetti che le abitudini indotte dalle nuove tecnologie hanno sul nostro modo di pensare, o più generalmente sul nostro modo di fare le cose che facevamo prima senza internet. E quindi mi pare pertinente far notare come Sofri stesso sia vittima della pigrizia mentale indotta da wikipedia (non che io ne sia immune, eh).
In ultima analisi l’obiezione “veramente stavo parlando d’altro” non regge perché parlar d’altro si può, e rispetto all’aspetto da me messo a fuoco sei tu a voler parlar d’altro (più che “tu in prima persona” direi “tu che ti fai interprete di Sofri”).
Probabilmente mi sono spiegato male. 🙂
Intanto non mi voglio fare interprete di nessuno, semplicemente annotavo come la tua obiezione fosse IMVHO un po’ severa rispetto al punto. In secondo luogo ribadisco, Luca Sofri ha detto: “questo modo di fare mi è stato spiegato chiamarsi così” e ha messo il link al primo posto che ha trovato in cui si parli di quello.
Se avesse fatto una lectio magistralis sulle fallacie, sarei d’accordo che questo sarebbe un atteggiamento pigro e poco scrupoloso. Visto che invece parlava d’altro, ovvero di modi di distogliere l’attenzione da un tema, ribadendo cose di cui aveva parlato, aggiungendo solo una postilla “il tizio X mi ha detto che si chiama così”.
Non discuto si potesse fare di meglio, ma vista la portata del post che è manifestamente la postilla ad un altro più lungo ed articolato (con tanto di link a fondo pagina e “update” del vecchio) mi sembra davvero un (eventuale) peccatuccio di poco conto. Ma, come dico, è un mio pensiero in libertà, lungi da me pensare di fare l’interprete o l’advocat di Sofri il giovane. 🙂