Per anni si è andati avanti con stratagemmi più o meno scaltri: rinvii, leggine personali mascherate da generali, impedimenti e furbizie varie, tollerate colpevolmente a tutti i livelli, politici e istituzionali, nella vana speranza che il conflitto si potesse controllare politicamente e che, alla fine, si spegnesse da sé. Se una lezione è da trarre, a futura memoria, è che i piccoli cedimenti iniziali sono destinati ad aprire la strada ad altri, e che, cedimento su cedimento, si forma una massa che non si riesce più a fermare. Il rigore istituzionale implica il dovere e la forza di dire dei “no” chiari e tondi, soprattutto all’inizio, quando è più facile
via Zagrebelsky “Nessun compromesso, la legge è uguale per tutti anche per Berlusconi” – Repubblica.it.