Qualche tempo fa partirono svariate campagne referendarie, Di Pietro e i comitati per l’acqua pubblica, su varie questioni. I due interessi conversero e si fece un’unica campagna referendaria che includeva anche un parere sul nucleare. Fra questi referendum c’e’ anche quello che riguarda il legittimo impedimento. Pefino uno che non si imbarazza di nulla, come Berlusconi, di fronte ad un voto popolare avverso sul punto, dovrebbe inevitabilmente trarne delle conseguenze. Oppure, se non altro, perderebbe una delle sue punte più acute dalla faretra: “il popolo sovrano” contro “i magistrati che vincono un concorso”.
Berlusconi però non ha mai badato a questo referendum perchè ormai da anni non si raggiungono più i quorum. E i comitati del “no”, anzichè sfidarsi sul voto, preferiscono far fallire il referendum invitando la gente ad andare al mare. La prima mossa per disinnescare questo rischio fu scandagliare Maroni, il leghista al guinzaglio, che scongiurò il rischio di giorno unificato per le elezioni, fra amministrative e referendum. Il tutto per la modica cifra dei contribuenti di 300 milioni.
I partiti di opposizione, escluso Di Pietro, erano molto freddi sul referendum, proprio perchè il non raggiungimento del quorum, per un qualche perverso meccanismo comunicativo (che è lo stesso per il quale un proscoglimento per prescrizione è uguale all’assoluzione), è uguale ad una vittoria del no.
Poi il diavolo ci ha messo la coda, in Giappone è capitata una catastrofe che ha ricreato la stessa situazione post Cernobyl, il che ha indotto a pensare ai partiti di opposizione che il vento fosse cambiato (e quindi di rituffarsi sul referendum) mentre Berlusconi che, come detto, non tiene vergogna ed è circondato di servi, dopo aver sguinzagliato Maroni ha sguinzagliato Romani il quale, per evitare che ci fosse ancora in ballo il nucleare, quindi il quorum, quindi una discreta gatta da pelare per il suo padrone, sta mettendo in pista una inversione a U nella politica nucleare.
In pratica tutti i bei discorsi sul fatto che il nucleare ci avrebbe dato energia, l’indipendenza energetica, le centrali di quarta generazione e bla bla, si sono sciolte come la neve al sole. E non tanto perchè la tragetida di Fukushima ha indotto più accurate riflessioni, quanto perchè disinnescare il referendum era più importante di qualunque cosa.
Adesso mi aspetto, con il solito tatticismo un po’ d’accatto, che il PD faccia come le lumache a cui toccano le corna, e rientri nel suo guscio in buon ordine evitando di disturbare troppo il manovratore. Che fare campagna referendaria e poi magari non raggiungere il quorum è una fatica troppo grande.
Verissimo… purtroppo 🙁