Ora, figuratevi un po’ questa scena. Kim Jong-il in patria è in un momento di grave crisi di consenso, gli alleati storici si fanno più freddi, alcuni sono passati platealmente all’opposizione, l’immagine è appannata, il Mondo intero lo dileggia per alcuni comportamenti privati a dir poco bizzarri e inappropriati.
La cosa più normale che ci aspetteremmo è vederlo comparire in una trasmissione molto seguita della tv di Stato per raccontare la sua verità facendo leva su domande premasticate per consentirgli di raccontare la sua versione dei fatti senza contraddittorio, naturalmente stando ben alla larga da qualunque tema anche vagamente spinoso e magari inserendo nelle domande un qualche cenno polemico verso gli oppositori.
Ringraziando il cielo noi siamo in Italia, un paese libero e democratico, in cui se il Primo Ministro va in prima serata nel principale telegiornale della TV pubblica in un momento in cui è al centro di scandali e polemiche le domande che lo incalzano cadono come un maglio sull’incudine, senza pietà e senza alcun timore reverenziale. Le domande sono queste:
1. Presidente, negli ultimi due anni l’Italia ha tenuto alto l’argine della stabilità dei conti, come hanno riconosciuto l’Europa e il Fondo Monetario Internazionale. Ora è il momento di tornare a crescere. In che modo?
2. Molti analisti affermano che l’Italia è ancora un Gulliver, ovvero un gigante bloccato da lacci e laccioli. Lei è sceso in politica nel 1994 promettendo la rivoluzione liberale. Per dare una scossa alla nostra economia è arrivato il momento di andare fino in fondo?
3. Proprio su questi temi lei ha fatto una proposta all’opposizione che ha risposto che non è credibile. Ma dietro questo rifiuto, secondo lei, aleggia il partito della patrimoniale, la vecchia ricetta che per risolvere i conti della nostra economia punta sempre sulla scorciatoia dell’aumento della pressione fiscale?