Io sono un ex (assai incallito) fumatore. Ho fumato quasi 20 anni, dai 17 fino ai 36, con alcune pause nel mezzo, ma anche con alcuni picchi davvero acuti, in cui fumavo 35 sigarette al giorno. Le leggi che da fumatore mi facevano incazzare come un serpente a sonagli, il divieto di fumo negli uffici, il divieto di fumo nei locali pubblici e così via, sono le stesse che mi hanno consentito di ridurre il numero delle sigarette fino ad un livello più tollerabile, di 10-12 al giorno, che era quello di quando ho smesso.
Nelle sigarette ci sono principalmente due cose che fanno male: il fumo e la nicotina. Delle due però, quella che fa *davvero* male, è la prima. Quindi l’avvento delle sigarette elettroniche, sempre col dubbio che non nascondano anche loro qualche insidia, quindi col giudizio sospeso sul lato salute, è quindi una benedizione. Si consente a chi fuma di mantenere il riflesso orale (una delle cose più difficili da perdere è l’abitudine a mettersi qualcosa in bocca e manipolarla) di avere un compagno di noia (le sigarette per un fumatore sono spessissimo un modo fantastico per ingannare il tempo) di tensione (vi ricordate gli antistress di spugna da spremere in voga negli ’80?) ecc. e il tutto senza danneggiare i polmoni.
Onestamente scoraggiare questa pratica aggiungendo delle accise mi pare controproducente e assurdo, anche perché veder ridurre significativamente le persone con danni polmonari anche gravi grazie alla riduzione dei tabagisti nei prossimi anni potrebbe portare un beneficio alle casse della sanità pubblica di svariati miliardi di euro.