Certe volte il problema è che alcuni argomenti in tribunale proprio non ci dovrebbero andare a finire. Perchè poi i giudici sono costretti a fare piroette pilatesche per non tirarsi addosso gli strali di certi urlatori professionisti (come nel caso di Tosti o di Adel Smith) oppure a sancire quello che, in uno Stato laico propriamente detto, nemmeno dovrebbe essere oggetto di discussione.
Punto primo: in nessun edificio di uno Stato laico dovrebbe esserci alcun simbolo di alcuna religione, nemmeno quella largamente prevalente e maggioritaria. In Francia, Inghilterra, Germania e perfino nei bigottissimi Stati Uniti, questa discussione avrebbe senso. Addirittura negli USA si chiede l’intervento degli giudice per far togliere gli alberi di Natale dai centri commerciali o dagli aeroporti. Dico alberi di Natale e dico centri commerciali (si, è una idiozia, ma è tanto per far capire quante siano le possibilità di trovare un Cristo in croce in un’aula di tribunale o in un dipartimento dell’FBI).
Punto secondo: è vero che da moltissimi anni è tradizione che nei muri di aule scolastiche, tribunali, caserme dei carabinieri, corsie di ospedale eccetera, ci siano appesi dei crocifissi e che toglierli, soprattutto per disposizione di una sentenza, può essere vissuto da un credente come una assurda violenza al proprio credo.
Quindi? La via d’uscita come sempre è il buon senso. Intanto bisognerebbe che negli edifici pubblici “nuovi” o “rimessi a nuovo” i crocifissi venissero via via non rimessi sui muri.
Punto secondo. Se un genitore convintamente non credente chiede di togliere il crocefisso oppure un musulmano, come Adel Smith, di affiancare al crocifisso una Sura del Corano, il preside di quella scuola, invece di fare ridicole battaglie di principio, dovrebbe avere il buon senso di accondiscendere a queste richieste (cosa che è la regola che avvenga, io quando ero alle superiori il crocifisso durava sul muro fino a 10 minuti prima dell’inizio della prima ora del primo giorno di scuola).
Infine, se ci si trova di fronte un preside idiota, come se lo sono trovati di fronte Adel Smith o la signora finlandese della causa finita a Strasburgo, forse l’ultima cosa da fare è andare in tribunale. Io capisco gli amici dell’UAAR (associazione alla quale sono orgogliosamente affiliato) che ne hanno voluto fare una propria battaglia di principio. Il rischio però, buttandola giù dura, sullo scontro frontale, è l’autoghettizzazione.
Io credo che potrò educare mio figlio ai valori che voglio, a prescindere da quanti Cristi e Madonne lo circonderanno durante la sua giornata, come è altrettanto vero che gli insegnerò a non credere nei tarocchi, nell’oroscopo, nella cartomanzia eccetera, nonostante tv e giornali siano strapieni di promotori di queste idiozie.