Dal momento che si avvicina il tanto atteso momento della ostensione della Sacra Sindone, impazzano in televisione commentatori, esperti, scienziati e devoti assortiti. Naturalmente il tutto ruota sull’evenienza che il telo sia autentico, cosa che a me appare davvero improbabile.
Non è che si tratta di essere o meno credenti. Più che altro è una considerazione legata al rasoio di Occam. I primi documenti storici che ne attestano l’esistenza risalgono alla metà del XIV secolo e fanno riferimento ad un cavaliere francese che probabilmente l’aveva recuperata a Smirne, in Turchia, dove aveva combattuto. A fine anni ’80 del ‘900 la Sindone è stata datata al radiocarbonio e, guardacaso, la datazione ottenuta (da tre laboratori diversi) oscilla fra il 1250 e il 1350.
Ora, è più probabile che la Sindone di Torino sia effettivamente il sudario in lino del primo secolo in cui venne avvolto il corpo di Gesù Cristo, che sia scomparso per più di un millennio, conservato non si sa come e non si sa dove, salvo poi riapparire nelle mani di un crociato nel 1350 e che, per una serie di incredibili coincidenze o manomissioni dolose, la datazione al radiocarbonio sia fallace, oppure che questo lino, comparso documentalmente nel 1300 e datato scientificamente nello stesso periodo, sia banlmente un manufatto di grande pregio?