Lato della medaglia A: prendi un medicinale da 10 anni che improvvisamente diventa vietato, probabilmente essendo un professionista avresti dovuto verificare con maggiore accuratezza che il tuo farmaco non fosse in quella lista, ma diciamo che in ogni caso si tratta di una svista, una leggerezza, non certo un reato capitale.
Lato della medaglia B: il farmaco che prendi serve per curare i cardiopatici e – incidentalmente – migliora metabolismo e resistenza alla fatica. Ora, escludendo che un’atleta professionista sia cardiopatica, il motivo per cui assumeva il farmaco, si presume, era quello dopante, anche se il farmaco in se ancora non era incluso nella lista di quelli proibiti.
Quindi, da un lato c’e’ la voglia di essere indulgenti, visto che si è trattato di una svista. Dall’altro c’e’ questo continuo e insalubre ricorso a farmaci non necessari volto al miglioramento delle prestazioni agonistiche, che è una zona grigia già emersa in Italia ai tempi del doping della Juve.
sharapova: priming e doping.
A me onestamente fa venire in mente altro, così d’acchito.
Il medicinale in questione serve anche a mascherare l’EPO…
(davanting e didietring? disopring e disotting?)
…nel merito il nocciolo sta nel fatto che se beccano il primo all’antidoping io di solito stento a credere che quello che è arrivato secondo a sette centesimi sia stato tirato su a uovo sbattuto.