Debora Serracchiani, presidente del FVG e maggiorente del PD si è lasciata sfuggire una dichiarazione che, per quanto ovvia e condivisibile, avrebbe ben potuto immaginare che sarebbe stata oggetto di polemiche e strumentalizzazioni.
Ora, mi rendo conto che per l’italiano medio e il commentatore medio sono dei distinguo un po’ troppo sofisticati, il fatto che un reato odioso come lo stupro se commesso da qualcuno che è in Italia in cerca di una opportunità di riscatto e, implicitamente, chiedendo aiuto, sia ancora più grave, se possibile, non dovrebbe nemmeno aver bisogno di commenti.
Non stiamo parlando di un qualunque reato. Non stiamo parlando di reati contro il patrimonio. Se uno è disperato, fugge dalla fame e dalla guerra, arriva in Italia in cerca di opportunità, sappiamo tutti bene che è difficile trovarne, e allora rubacchiare, vivere di espedienti, vendere merce contraffatta e cose così, per quanto ovviamente non siano comportamenti che la legge possa tollerare, umanamente si possono comprendere. Io se fossi disperato e cercassi del pane per i miei figli lascerei il posto dove sono nato, andrei in un posto ricco e, in mancanza di meglio, non avrei il minimo scrupolo a rubare o spacciare droga o chissà cos’altro.
Invece lo stupro no. I reati contro la persona no, non hanno ragione di essere. Non c’e’ giustificazione al mondo. E, a maggior ragione, se sono andato via da casa mia in cerca di aiuto, stuprare è come mordere la mano che mi viene tesa.
Non è questione di destra o di sinistra, è questione di onestà intellettuale. Possiamo trovare mille giustificazioni per questi disperati che attraversano il mare in mezzo a mille malversazioni, ma non la “milleunesima”.