Sono abbastanza sicuro che i miei 21 lettori facciano parte di quel ristretto novero di italiani che ha il vezzo di leggere i giornali ed informarsi sulle cose italiche.
Quindi non suonerà come una bestemmia quello che sto per scrivere. Berlusconi e il suo sodalizio politico-elettorale hanno usato in questi anni una tecnica di marketing molto collaudata e, con la immensa disponibilità di mezzi e di background nel settore, molto efficace.
Hanno ripetuto come un mantra, alla nausea, una serie di concetti semplici, ribaditi ossessivamente ad ogni piè sospinto, anche quando privi di qualsivoglia fondamento.
Uno di questi è stato che l’inchiesta di Tangentopoli fosse stata strabica, ovvero che avesse colpito solo il pentapartito risparmiando il PCI perchè i giudici erano ( e sono ) comunisti e faziosi. Cosa che è del tutto falsa, perchè Greganti si è fatto della galera (adossandosi personalmente tutte le colpe a differenza dei suoi corrispettivi tesorieri degli altri partiti) e perchè i vertidi del PDS hanno goduto della stessa amnistia della quale ha goduto Berlusconi per la falsa testimonianza sulla P2. L’altro elemento che confuta questa analisi è che ne il MSI ne la Lega sono stati sfiorati dall’inghiesta (giusto appena la Lega per i famosi 200 milioni di Gardini). E lo stesso vale per i Radicali. Nemmno un minimo schizzo di fango. Il che significa che, per virtù o per assenza di opportunità, quasi tutti i partiti di oppposizione sono stati risparmiati dal ciclone delle indagini.
Questo teorema ha portato all’altra giaculatoria ossessiva. Ovvero che i giudici, essendo comunisti e faziosi, hanno abbattuto prima il pentapartito per dare il potere al PCI-PDS-DS (ve lo ricordate si, quest’ossessione del PCI-PDS-DS?) e poi, solo dopo che è entrato in politica, hanno iniziato a combattere anche Berlusconi. Anche questa ricostruzione è destituita di ogni fondamento. Già detto della condanna per falsa testimonianza amnistiata in Appello, nei confronti di Berlusconi c’erano state altre indagini (traffico di droga e compravendita di calciatori) ben prima del 1994. E anche le inchieste che hanno portato al famoso avviso di garanzia durante il G7 di Napoli, iniziarno tutte nel 1992 e 1993. Fatto che è verificabile perchè l’iscrizione al registro degli indagati è un fatto pubblico e formale. Ed è il motivo per cui durante gli svariati tentativi di portare i processi a Brescia, ipotizzando questa ostilità ambientale dettata da motivazioni politiche, l’argomento: “hanno iniziato ad attaccarmi perchè sono sceso in politica” è stato falciato via dalla sentenza di respingimento della ricusazione. Sentenza che portò ad una legge più favorevole agli imputati per ottenere il cambio del giudice rispetto al giudice naturale previsto dalla Costituzione (che è una garanzia, non certo uno strumento di persecuzione, un po’ come il sorteggio degli arbitri).
A questo punto, fatti questi due postulati, la tesi susseguente è semplice: la sinistra ha in mano i giudici, la stampa di sinistra sfrutta le indagini dei giudici per aizzare violente campagne di stampa contro Berlusconi al fine di disarcionarlo dal potere in modo non democratico. Non si rispetta l’avversario politico ma lo si odia e lo si disprezza. E lo si attacca frontalmente e personalmente per sovvertire il suo potere democraticamente conquistato.
Oggi, dopo i fatti violenti e profondamente esecrabili dell’idiota Tartaglia, questa tesi ha trovato anche la sintesi: questa campagna d’odio della stampa, orchestrata sopra le calunnie e le menzogne, supportata da giudici faziosi e comunisti, ha portato l’odio politico verso Berlusconi all’estrema conseguenza di un attentato fisico alla sua integrita fisica se non addirittura alla sua vita. E sta rischiando di trasformarsi in un pretesto per ulteriori ed allarmanti colpi di mano su giustizia, censura, equilibri costituzionali eccetera.
A questo punto mi sembra del tutto evidente che questa strategia ben orchestrata (che ha trovato in Tartaglia l’utile idiota che ci ha messo sopra il sigillo di ceralacca) sia esattamente all’opposto di quello che si vuole far pensare.
Berlusconi (che lui ha personalizzato la politica all’estremo, sul modello americano, in un modo che non eravamo abituati a vedere e vivere in Italia) ha bisogno assoluto di farsi considerare dall’opinione pubblica un martire dei cattivi oppositori comunisti e forcaioli, dei giudici eversori, dei presidenti della repubblica di sinistra, della corte costuzionale covo di bolscevichi.
Questa stragia ha un preciso scopo. Dargli legittimità nel promulgare le leggi ad personam o ad personas che in questi anni gli sono serviti a scamparsi la galera, a tirare fuori dal carcere Previti, a rallentare il dibattimento nei processi a tutto vantaggio di chi punta ad ottenere la prescrizione (ovvero se stesso) oltre tutta la messe di leggi a favore di Mediaset che hanno nei fatti consolidato il duopolio Raiset ampiamente condannato anche in sede Europea.
Tutto questo a meno di non voler credere Magistratura Democratica (che rappresenta una piccolissima percentuale dei 10 mila magistrati italiani) riesca ad avere così tanto potere a partire da una posizione minoritaria da condizionare l’esito di processi in cui i giudici che intervengono con delle decisioni nelle varie fasi di garanzia sono decine (quindi statisticamente l’evenienza che siano tutti o in gran parte di MD è quasi nulla).
O di non voler credere che Ciampi, più ancora che Napolitano e Scalfaro, uomo delle istituzioni, banchiere e ministro tecnico del governo che ci doveva a tutti i costi far entrare nell’euro, sia un uomo “di sinistra” e per di più di quella sinistra eversiva che mette alla Consulta anzichè stimati giuristi, dei cani da guardia al guinzaglio per “abrogare le leggi fatte dal nostro governo” (cosa che per altro è proprio sbagliata nel principio, la Corte esprime pareri, solo se sollecitata, di Costituzionalità di una legge).
O di voler credere che tutti i vari leader che a sinsitra si sono succeduti in contrapposizione di Berlusconi (e sono tanti, mentre lui è sempre e solo lui) siano tutti dei mascalzoni e dei violenti orditori di complotti e dei “professionisti dell’odio”. Tutti. Da Occhetto a D’Alema a Franceschini a Prodi a Rutelli a Veltroni a Bersani…. Più di uno di loro ha provato a porgere la mano dell’armistizio. D’Alema con la bicamerale e con la celeberrima visita ai lavoratori di Mediaset per “garantirgli che non sarebbero stati mandati a casa”. Veltroni che accettò la sconfitta e fece la telefonata rituale di augurio di buon lavoro. Prodi apprezzato presidente della Commissione Europea per l’equilibrio e il senso delle istituzioni.
Ora, io posso credere che se due litigano la colpa sia di uno solo dei due. Se uno litiga con altri due, che sia colpa degli altri due. Che se litiga con tre, sia colpa degli altri tre. Se litiga con tutti quelli che non sono d’accordo con lui, che non ridono alle sue battute, non annuiscono ai suoi ordini, ostacolano il suo volere (o come diceva Franceschini “la luminosa azione del governo”) mi viene da pensare che il problema sia quello che litiga con tutti, non tutti quelli che litigano con lui.
Considerando che oggi in questo registro abbiamo iscritti Casini e Fini, non certo due eversivi bolscevichi, e qualche anno fa Bossi e la Padania che, in quanto a campagne di stampa sul “mafioso di Arcore” ci andavano giù con la clava.
Mi sembra del tutto evidente che la campagna d’odio contro Berlusconi se fa agio a qualcuno, fa agio solo a Berlusconi ma che, escluso qualche isolato estremista, tendenzialmente non esiste. Tutti provano in qualche modo a fare i conti con un uomo dal così grande appeal elettorale che si porta dietro un numero di elettori così significativo, e sempre rapportandosi come si fa con un uomo disposto al dialogo. E si vedono rispondere con il Lodo Alfano, come prima legge appena insediati, con 27 voti di fiducia in meno di due anni di legislatura e con attacchi al calor bianco da parte dei vari maggiordomi di palazzo Bondi e Chicchitto contro la libera stampa che, se anche orchestrasse campagne calunniose contro Berlusconi, facendolo in modo apertamente di parte e dichiaratamente fazioso, altro non farebbe che il proprio lavoro di organo di libera stampa schierata. Cosa che avviene in ogni parte del pianeta. Ronald Regan fu oggetto di campagne di stampa denigratorie e spietate, al limite dell’ingiuria personale (e il Presidente degli Stati Uniti è sul serio un “primus super pares”) ma quando fu colpito dall’agguato di un folle sparatore, nessuno si sognò di dire che i “mandanti morali” erano i deputati Democratici o i giornali liberal che lo dileggiavano (o addirittura calunniavano) senza soluzione di continuità. In una democrazia compiuta è ammesso anche l’attacco feroce e senza esclusione di colpi al nemico.