La disputa sulle nomine delle authority mi sembra stia assumendo i soliti contorni da guelfi contro ghibellini, Orazi contro Curiazi o genoani contro diversamente liguri. Sembra che da una parte ci sia quell’universo di protestatori, grillini, “il popolo di internet” eccetera, che per un puntiglio, vuole che vengano nominate persone al di fuori dell’agone politico per una forma di anticastismo militante, mentre dall’altra parte i partiti vogliono avocare a se la decisione come decisione puramente politica e quindi derubricano le proteste alla ormai abusatissima “antipolitica”.
Niente di più falso. Uno dei motivi per cui l’economia italiana annaspa è la poca trasparenza, la poca concorrenza, i cartelli e le pastoie fra imprese e politica, che non sono nemmeno più lobby, ma vere e proprie commistioni inestricabili, per cui vengono letteralmente concessi regali da milioni o miliardi di euro ai petrolieri, banchieri, farmacisti e compagnia cantante. Perfino tassisti e camionisti riescono ad essere una lobby che incide pro domo sua fra i legislatori e le autorità di garanzia.
Quindi la nomina dei membri di queste authority è decisiva e delicatissima. Si tratta di scegliere fra persone indipendenti e competenti e persone sponsorizzate e incompetenti. Le seconde, in quanto sponsorizzate e lautamente retribuite, essendo in quel posto grazie al proprio nume tutelare, agiranno in ottemperanza alle richieste e, non essendo competenti, probabilmente in modo pure maldestro. Così come è sempre stato fino ad oggi.
Invece un membro indipendente e competente, agirà (anche sbagliando) per quello che lui, dall’alto della propria competenza tecnica, riterrà sia meglio. Infischiandosene dei voti che porta o non porta Federfarma o dei contributi alle varie fondazioni dei “pezzi grossi2 della politica da parte di Telecom o Eni.
Non è quindi una questione di “tutti ladri tutti marci” ma proprio di elementari basi per costruire un paese moderno, efficiente e libero di esprimere tutto il proprio potenziale.
Il problema è che seguendo Grillo & co… forse l’indipendenza è garantita (forse), ma di sicuro è garantita l’incopetenza.
E in quelle posizioni la competenza (come dici anche tu) serve, eccome se serve.
Saluti,
Mauro.
Bisogna metterli alla prova ma se mantenessero l’impegno pubblico che hanno preso (e il se è grande come una casa) allora il loro approccio sarebbe non”mettiamo uno di M5S dentro l’authority” ma “selezioniamo un membro da un open poll di candidati con dei CV pubblici”. A quel punto scegliere uno col profilo giusto diventa quasi automatico.