http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/economia/crisi-29/stop-credit-card/stop-credit-card.html
Una cosa che mi ha colpito più di altre:
Ma l’oro dei folli non era soltanto vizio. Nella estensione delle linee di credito, nell’offerta martellante di nuove carte che ogni giorno ingombravano le nostre cassette (“Congratulations! Lei è stato preapprovato per una nuova credit card! Metta una firma qui e avrà 15 mila dollari di credito immediato!”) c’era la apparente soluzione miracolosa al problema della piattezza dei redditi reali e alla ormai oscena sperequazione fra chi aveva troppo e chi troppo poco, che il vecchio meccanismo delle rate e delle cambiali non riusciva più ad alimentare. La carta, offerta ormai come oggetto di consumo essa stessa, con l’immagine della squadra preferita, la foto dei bambini o del cane, il logo del proprio partito, era il falso moltiplicatore di reddito per i salari fissi, in un’economia che penalizza il lavoro a favore della rendita. E il ponte che collegava lo stipendio all’imperativo morale del consumo era l’abitazione che generava il margine fra mutuo e valore dell’immobile sul quale tutto il castello del credito tossico era costruito.
Per altro, da quello che so io, non è raro che il consumatore americano, per mantenere intatto il proprio credit rating, ricorresse allo schema di Ponzi per pagare il debito della carta A con la carta B e così via, entrando in un tunnel pericolosissimo e mortale come le spirali di un pitone.