Premetto che tendenzialmente, anche se ho qualche margine ancora di dubbio, sono orientato ad andare a votare e votare “SI” (che poi è quasi la stessa cosa).
Cerco di spiegarmi. Punto primo, il quesito referendario riguarda la possibilità di estendere la concessione alle piattaforme che estraggono idrocarburi entro 12 miglia dalla costa fino all’esaurimento del giacimento, oppure fino alla fine della concessione, senza possibilità di rinnovo. Votando “SI” non verranno rinnovate alla scadenza le concessioni quand’anche ci fossero nei giacimenti ancora delle risorse sfruttabili. Invece non riguarda la possibilità di fare nuove piattaforme le quali sono già vietate (entro le 12 miglia).
Punto secondo, l’Italia estrae dai propri giacimenti in terraferma e sul mare, comprese le piattaforme oltre le 12 miglia, non coinvolte dal referendum, circa il 10% del proprio frabbisogno. Se anche diventassimo un paese virtuosissimo dal punto di vista dei consumi e delle emissioni, dell’uso di materie plastiche eccetera, abbattere del 90% i propri consumi fino ad arrivare ad usare il solo 10% autarchico è pura utopia. Il che significa che continueremo, a prescindere dall’esito del referendum, a usare petrolio e gas estratti altrove che non in Italia e quindi a spostare il propblema ambientale legato a questi impianti in posti distanti (tipo il Mozambico)
Quindi, stando alla domanda secca del referendum, la risposta dovrebbe essere “NO”, ovvero: vorrei che l’Italia estraesse all’osso tutte le poche risorse di cui dispone per cercare di rendersi quanto possibile indipendente da un lato e non causare danni ambientali altrove dall’altro.
Però. Il significato del voto, come spesso accade per i referendum, ha un respiro più ampio, e significa dare una sferzata alla politica perché provi a dare un maggiore impulso alle fonti rinnovabili, alla riduzione dei consumi di materie plastiche, all’edilizia passiva e quant’altro.
E’ chiaro che si tratta in parte di una forzatura interpretativa, ma del resto è la storia dei referendum in Italia. Non abbiamo votato per il maggioritario, ma abbiamo abrogato il proprozionale (anche se il quel caso la questione era un pelo più articolata e di fatto votando per il “SI” si sarebbe di fatto approvato il celebre Mattarellum). Non abbiamo abolito l’energia nucleare, ma abbiamo votato contro i finanziamenti pubblici al nucleare. Tanto che poi abbiamo dovuto votare una seconda volta per proibire anche quelli privati, quando visto il prezzo del petrolio alle stelle, sembrava competitivo anche per loro investire nell’uranio.
E quindi da un lato se si dovesse rispondere al quesito secco, la risposta naturale sarebbe “NO” (per lo meno per quel che mi riguarda). Dovendo invece provare a dare un orizzonte più ambizioso alla questione, resta il mio orientamento per il “SI”, al netto della penosa disinformazione degli ambientalisti, che quasi di qualunque argomento si occupino mi fanno venire voglia di votare contro di loro.