Fino a qualche anno fa lo slogan: “Berlusconi pensa solo ai suoi interessi” era, appunto, uno slogan. Berlusconi pensava un po’ troppo ai propri interessi, più di quanto fosse lecito ma un po’ anche si occupava del paese. Magari non nel modo auspicato o auspicabile da me, ma qualche provvedimento general purpouse veniva promulgato.
Oggi, subito dopo una manovra lacrime e sangue, con il paese esposto alla speculazione, con il capo del dicastero economico reso debole da vicende giudiziarie, con il capo del governo latitante e che non “ci mette la faccia” sui provvedimenti impopolari che ha dovuto presentare per salvare i conti, il parlamento italiano non trova di meglio che fare un’ennesima riformina del processo penale che contiene in particolare due norme che impediscono di usare sentenze passate in giudicato in processi collegati (Mills) o di ammettere come testi e prove tutti quelli che la difesa ritiene senza il filtro del giudice (Ruby, Mediatrade…) con il risultato che avendo già compresso i tempi del processo e ridotto i tempi di prescrizione, se la difesa fa melina, il processo salta sistematicamente.
In pratica quello che prima era solo uno slogan che sovraccaricava propagandisticamente una situazione reale, oggi è un fedele specchio di quello che accade.
Berlusconi pensa *solo* ai fatti suoi e il partito politic di cui è il proprietario è solo una propagine della sua persona e delle sue aziende (e viceversa) ed esiste col solo copo di fare gli interessi del suo padrone.