L’ho già scritto e lo ripeto. Trovo assurdo che, con tutti i problemi che ha il Mondo, si debba stare un mese per l’altro sempre col fiato sospeso a scoprire cosa succede in questa merdosa pietraia nel buco del culo del Mediterraneo. Rispetto a tante altre crisi la comunità internazionale si è spesa in ogni modo possibile per cercare di dipanare i dissidi. Cosa che per altro ormai appare del tutto impossibile, sembra una di quelle faide familiari in cui non ci si ricorda nemmeno più il casus belli che ha portato alla lite, ma ormai si litiga su tutto e ogni pretesto è buono per darsele di santa ragione.
A questo punto, preso atto di questa questione, le cose si possono affrontare in due modi: come a Cipro, con un atto di arbitrio si decide un confine, si mandano gli uni e gli altri al di la del proprio confine, si crea una striscia di rispetto presidiata dai caschi blu e chi la viola si trova ad affrontare tutti gli eserciti del mondo.
Oppure, come nel Darfur, ce ne sbattiamo i coglioni e lasciamo che si scannino fino a che qualcuno vince e l’altro soccombe.
Ma questo stillicidio davvero è insostenibile. E non sono 5 anni o 10. Sono 60. Basta. Basta.