Da qualche anno, da quando vivo da solo e poi con moglie e figli, sono diventato sampierdarenese. Ma sono vissuto e cresciuto a Marassi, a poche decine di metri dallo stadio e a poche decine di metri da via Ferreggiano, quella che le cronache nazionali hanno visto devastata dall’acqua e hanno conosciuto per le morti che l’omonimo rio ha prodotto. All’imbocco di via Ferreggiano c’e’ il bar latteria Bosio, il cui titolare, o scio Bosio, presumo sia ormai passato a miglior vita visto che quando ero ragazzino aveva già i suoi begli anni. In questo bar latteria ci ho passato la mia giovinezza. Era *il bar della cumpa*. Biliardo, videogiochi con ammorbante chiptune a volumi insostenibili, flipper e immancabili vecchietti fumatori pensionati a bestemmiare per la scopa e la cirulla (una variante genovese della scopa). C’era l’allibratore del toto nero a cui affidavamo qualche millino in colletta per sperare di far serata beccando la “martingala”, 3-4 risultati da indovinare per moltiplicare di poche volte la posta. Passava a raccogliere le giocate, di nascosto dal titolare del bar.
Per un certo periodo ho frequentato anche la compagnia che stava in cima a via Ferreggiano, in Largo Merlo, al circolo Arci, sotto la parrocchia di Nostra Signora della Guardia. Alcune delle mie fidanzatine e fidanzate storiche vivevano (e presumo vivono) li. Via Stefanina Moro, Via Bracelli, Via Pinetti. Alcuni dei miei più grandi amici di gioventù vivevano (e presumo vivano) li.
Assistere all’alluvione dalla TV, come se fossi di Milano o di Taranto o di New York, senza avere notizie di prima mano mi ha fatto sentire un forestiero in patria. Delle volte in una città medio grande come Genova basta cambiare quartiere per perdere completamente un pezzo consistente delle proprie radici. Anche perchè la mia famiglia ha una casa nell’entroterra, nel paese di cui siamo originari per linea materna, e da quando i miei sono in pensione il punto di raduno per la famiglia è la casa al paesello. Ormai Marassi è un raro punto di transito nei mesi più freddi dell’inverno o un punto di appoggio per quando vado alla partita.
Al di la della malinconia per gli anni che incedono, per gli amici che non ci sono più, per quelli di cui ho perso le tracce, quei posti li sento ancora profondamente miei, posti dove ho vissuto quasi tutte le mie prime esperienze da giovane ragazzo poi diventato giovane uomo.
E’ stata quindi una grande emozione sapere che moltissimi miei concittadini hanno deciso di fare lo shopping natalizio in questa vietta che si arrampica sulle colline dietro Marassi, una via che, anche per quelli del quartiere, certo non è mai stata molto considerata una via da compere.
Un modo discreto, silenzioso ma estremamente concreto di portare solidarietà a delle persone che, in un momento già attraversato da una crisi terribile, rischiavano di perdere il proprio lavoro e la propria stessa esistenza.
All’ingresso di via Ferreggiano c’e’ appeso un grande striscione: “risorgeremo”. Io non ho il minimo dubbio, anche grazie a gesti come questi. O come quello altrettanto concreto delle magliette degli “angeli del fango”, messe su in quattro e quattr’otto dai frati della parrocchia di S.Margherita. I primi (e finora unici) soldini arrivati in aiuto a queste persone, arrivano dalla vendita di quelle magliette, con decine di scout della parrocchia sparsi in ogni angolo della città a venderle.
Noi genovesi abbiamo un sacco di difetti, ma se c’e’ una qualità che nessuno può discutere è che abbiamo le ossa dure. Possiamo incassare a dismisura senza mai mollare. Sarà che ci siamo dovuti ritagliare uno spazio dove vivere schiacciati fra colline che precipitano e il mare, come fossimo capre di montagna con quattro zoccoli sopra un sasso malfermo.
Risorgeremo.
Mi hai commosso, porca pupattola.
Nato e cresciuto a Staglieno, con la famiglia che ora vive a Marassi, a cento metri dallo stadio. Dove alloggio ogni volta che torno a Genova.
Saluti,
Mauro.
Guido sono capitata per caso e ho letto questo
tuo racconto e devo farti i miei complimenti, mi
hai emozionata anche se io sono nata e cresciuta
in tutt’altra zona. Un bacione a tutta la
tua meravigliosa banda 🙂
Angela