3 thoughts on “Petizione per la parità di genere in Liguria”
Mi dispiace ma non concordo (pur apprezzando in generale Civati): una tale cosa limiterebbe semplicemente la libertà di voto dell’elettore e quindi in una democrazia è semplicemente inaccettabile (come ogni tipo di quota del resto e anche per altri motivi, non solo per quello citato sopra, come scrissi qui: http://pensieri-eretici.blogspot.de/2010/01/quote-rosa.html).
Saluti,
Mauro.
Avevo letto il tuo post e “in astratto”, se me la passi, concordo con te. Ma dato che il problema è che “in concreto” in Italia non si riesce ad avere una sostanziale parità di genere in quasi niente, partire dal pubblico e dalla rappresentanza politica, se pur con “l’aiutino” è un qualche primo passo. Siamo ultimi in classifica rispetto all’occidente in qualunque graduatoria sulla parità genere, da qualche parte bisogna in iniziare, IMHO.
Sì, ma a mio parere è il modo sbagliato di cominciare.
Sono d’accordo per esempio nell’imporre metà candidati donne e metà uomini, ma tra questi candidati, se mi va, in democrazia devo poter votare (se ho preferenze multiple a disposizione) anche solo tutti uomini o tutte donne.
Il problema italiano è la mentalità: ma con queste imposizioni non la cambi, bensì la irrigidisci e quando poi in futuro provi a togliere l’imposizione… patatrac, peggio di prima: gli uomini voteranno solo candidati maschilisti (non maschi) e le donne solo candidate femministe (non femmine).
Sai che bella democrazia e che bei governi ne verranno fuori allora.
Mi dispiace ma non concordo (pur apprezzando in generale Civati): una tale cosa limiterebbe semplicemente la libertà di voto dell’elettore e quindi in una democrazia è semplicemente inaccettabile (come ogni tipo di quota del resto e anche per altri motivi, non solo per quello citato sopra, come scrissi qui: http://pensieri-eretici.blogspot.de/2010/01/quote-rosa.html).
Saluti,
Mauro.
Avevo letto il tuo post e “in astratto”, se me la passi, concordo con te. Ma dato che il problema è che “in concreto” in Italia non si riesce ad avere una sostanziale parità di genere in quasi niente, partire dal pubblico e dalla rappresentanza politica, se pur con “l’aiutino” è un qualche primo passo. Siamo ultimi in classifica rispetto all’occidente in qualunque graduatoria sulla parità genere, da qualche parte bisogna in iniziare, IMHO.
Sì, ma a mio parere è il modo sbagliato di cominciare.
Sono d’accordo per esempio nell’imporre metà candidati donne e metà uomini, ma tra questi candidati, se mi va, in democrazia devo poter votare (se ho preferenze multiple a disposizione) anche solo tutti uomini o tutte donne.
Il problema italiano è la mentalità: ma con queste imposizioni non la cambi, bensì la irrigidisci e quando poi in futuro provi a togliere l’imposizione… patatrac, peggio di prima: gli uomini voteranno solo candidati maschilisti (non maschi) e le donne solo candidate femministe (non femmine).
Sai che bella democrazia e che bei governi ne verranno fuori allora.