Pur presa con le dovute molle (alla fin fine potrebbe essere anche solo un mitomane che vuole farsi un po’ di pubblicità fra dipietrini e grillini) questa intervista dovrebbe dirla lunga su quali siano gli interessi di Berlusconi, veri, nello stare in politica, dovrebbero essere la cartina di tornasole che lo smaschera, anche fra i suoi pasdaran.
“Comprare” un politico avversario offrendogli cariche, incarichi, prebende, opere pubbliche per il suo territorio, è certamente poco commendevole e deteriore per la democrazia, ma se non altro la merce di scambio è pur sempre “materiale politico”.
Quando a qualcuno si offre esplicitamente del denaro, quindi evidentemente del proprio denaro, questo significa, per quanto uno ne abbia e per quanto lo si possa considerare idealista, che stare al governo e in politica ripaga ben più del mutuo della casa di qualche ascaro ripescato in Transatlantico.
Faccio un esempio semplice, adatto alla comprensione dell’elettore medio pidiellino. Voi comprereste con del denaro il voto di un vicino di casa perchè voti a favore di un lavoro nel condominio? Al massimo potreste “comprarlo” offrendo in cambio il vostro appoggio per un lavoro che vuol fare lui. Gli offrireste del denaro solo sapendo che quel lavoro poi si trasformerà in un valore aggiunto superiore nella valutazione della vostra casa.
Ecco, ci siamo, avete capito anche voi. (più o meno).
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