Forse sarò un idealista. Ma mentre ritengo che sul conflitto di interesse, sulle leggi vergogna, le leggi bavaglio, le leggi ad personam, i condoni vari, l’opposizione debba essere dura, intransigente e perfino barricadera, quando si parla di manovre economiche di risanamento, mi auguro di vedere che l’opposizione non faccia guerre di convenienza. Che non salga sui taxi o sui TIR come hanno fatto “gli altri”, quelli del partito dell’ammore. Che non si metta a difendere gli enti inutili per accaparrarsi le simpatie di chi ci lavora dentro. (con tutto il rispetto e la tutela che si deve comunque a dei lavoratori che non hanno alcuna colpa se il proprio datore di lavoro è “inutile”).
Vorrei che fosse palese la differenza che c’e’ fra chi ha a cuore le sorti della nazione, e si fa carico della propria parte di responsabilità, e di chi faceva le trincee contro l’eurotassa, attaccando frontalmente Prodi, o chi abbaiava contro tracciabilità dei pagamenti e liberalizzazione delle professioni, promulgata da Bersani, con il misero e ravvicinato orizzonte di raccattare voti fra avvocati e tassinari.
Essere diversi, per come lo intendo io, significa anche questo. Astenersi, se proprio non si riesce a trovare una convergenza tale da votare a favore, ma niente barricate. L’importanza e l’urgenza di evitare il rischio del default è assolutamente decisiva.
Oggi Spagna, Portogallo e molte altre nazioni nostre “concorrenti” emetteranno debito pubblico a tassi di interesse che ci manderebbero a gambe all’aria. Quindi, per poterlo emettere a tassi più ragionevoli, dobbiamo avere ferma la barra del timone. Magari questo non piacerà alla casalinga di Voghera, e magari te la farà pagare alle urne. Però questi passaggi cruciali saranno giudicati con la prospettiva della Storia, non con quella delle elezioni.