Per chi ha qualche primavera sulla schiena come me l’obiezione di coscienza riporta istintivamente alla memoria il periodo in cui c’era la coscrizione di leva ma non ancora un servizio civile alternativo a quello prestato sotto le armi. Prima del 1977 quando venne legiferato in proposito le persone che si rifiutavano di impugnare le armi per motivi di coscienza avevano come alternativa la denuncia per diserzione. Ricordo ancora un film di Ciccio e Franco che interpretavano due sicari mafiosi che si rifiutavano di prestare servizio sotto le armi per “obiezione di coscienza”. Per tanti anni rifiutarsi di fare servizio militare a favore di quello civile implicò l’impossibilità di ottenere il porto d’armi ad uso sportivo o venatorio (del resto se ti rifiutavi di fare il militare perchè non volevi usare le armi, perchè avresti poi voluto avere un’arma?).
Tutto questo per dire che avere una posizione di coscienza su un determinato tema può anche essere sensato, basta che però non sia gratis. Se vuoi fare il ginecologo E l’obiettore di coscienza non puoi lavorare in ospedale, visto che in ospedale è richiesto che tu debba praticare interruzioni di gravidanza.
E, si badi, stiamo parlando di una cosa diversa dal servizio militare a cui tutti eravamo obbligati. Io sono stato obbligato a passare un anno della mia vita inquadrato in una gerarchia, con la mia libertà personale e costituzionale limitata e nelle mani di un qualche caporaletto di 20 anni (che poteva “consegnarti” e quindi impedirti di uscire dalla caserma, per la più piccola quisiquilia che lui ritinesse tu avessi sbagliato). Nessuno obbliga nessuno a fare il medico e tantomeno il ginecologo.
Se hai problemi a praticare aborti, fai il cardiochirurgo.
Il vero problema è che molti ginecologi sono “finti” obiettori di coscienza. Nel senso che – a causa delle ingerenze dei vescovi – in molti ospedali se non sei obiettore non fai carriera.