Moby Prince, ok a commissione inchiesta
via Moby Prince, ok a commissione inchiesta dopo 24 anni. Ecco su cosa indagherà – Il Fatto Quotidiano.
Il caso della Moby Prince mi fu segnalato da un amico, mi disse “leggiti il libro di Fedrighini e guarda chi è la casa editrice”. All’epoca erano le Edizioni Paoline (si esatto, quelle delle suore). L’unica cosa che mi disse fu: questa è una roba che fa impallidire Ustica e le varie stragi italiane, perché non è riuscita nemmeno a smuovere l’opinione pubblica, ci hanno proprio infilato le braghe dalla testa.
La lettura di quel libro (che STRA-consiglio) fu un’esperienza choccante. Davvero anche io ero rimasto abbacinato dalla ciclopica minchiata data in pasto alla stampa del “equipaggio distratto dalla partita di coppa uefa della Juventus” navigando “nella nebbia” e che andò a picchiare contro la petroliera e tutti morirono bruciati.
Peccato che: non c’era la nebbia. Nessuno è morto bruciato. E’ tassativamente impossibile che durante la navigazione o in qualunque altra fase l’equipaggio che naviga possa abbandonare i comandi per vedere qualsivoglia evento sportivo. Non è stato un impatto improvviso, visto che la gente era radunata nei saloni e munita di giubbotti. Eccetera. Eccetera.
E poi anni di insabbiamenti, prove rubate, manipolate, omertà, omissioni ed eziandio tentativi di uccidere i periti delle parti civili. E un legame con il traffico d’armi di cui si occupava anche Ilaria Alpi.
Davvero da restare a bocca aperta. Non tanto per il complotto in se, tanti ne abbiamo visti ed ingoiati. Ma quanto per il fatto che il tutto si è svolto nella più totale indifferenza dell’opinione pubblica e dei media, salvo una catacomba[1] di Minoli e un libro delle suore paoline.
[1] le catacombe in gergo televisivo sono i programmi culturali che vanno in onda a notte fonda