Il caso del neoministro Aldo Brancher “all’attuazione del federalismo”, sulla cui nomina aleggia il ben più che fondato sospetto che il vero scopo sia quello di permettergli di avvalersi del “legittimo impedimento” e di scongiurare così i suoi procedimenti relativi ad Antonveneta facendoli rinviare ad libitum, mi ha fatto venire in mente che la norma, che viene propagandata come una sorta di legittimo diritto di chi è stato scelto dai cittadini per governare di farlo, senza dover “perdere tempo” a rendere conto alla giustizia del proprio operato, ha in se una fallacia piuttosto vistosa. Brancher non è stato scelto da nessun cittadino per fare il ministro, ma è stato nominato. In teroia anche io, che non ho mai preso parte ad alcuna elezione in vita mia e che non ho mai preso un voto potrei essere nominato ministro. E allora perchè dovrei avere un impedimento, dopo una nomina, più legittimo di quello che ho ora che sono un lavoratore come gli altri?
3 thoughts on “Ministro con infamia e con Lodo”
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nessun ministro è scelto dai cittadini, nemmeno il PresConsMin anche se l’attuale PresConsMin cerca sempre di farlo credere.
tecnicamente i ministri lavorano per tutti noi e può avere senso una norma che semplifichi loro il deporre, facendo andare Maometto-giudice alla montagna-palazzo Chigi o chi per esso (una volta che il ministro accetti di rinunciare al diritto di assistere a tutte le udienze: a che gli servono gli avvocati?)
E sì, lo so che il lodo Sarcazzo non dice quello.
Si, diciamo che il PresConsMin ha dalla sua il fatto che viene votato per espressione diretta della preferenza da milioni di italiani come leader designato della coalizione. Per quanto sia una forzatura per legge ordinaria delle prerogative del Capo dello Stato, è pur sempre vero che “il popolo” barra un simbolo con su scritto Berlusconi.
E’ che a furia di aggirare la legge per non affrontare mai la questione di petto, ovvero quella di rendere per via costituzionale il Presidente del Consiglio un Primo Minstro o un Cancelliere oppure il Presidente della Repubblica una figura di governo e non solo di garanzia.
Così, essendo il PresConsMin pari grado degli altri ministri, per fare una legge che lo tuteli ma che sia costituzionalmente sussistente e compatibile, deve estendere i suoi privilegi a tutti i ministri. Così casca l’asino.