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Si indaga su un politico? Per commentare si attende il rinvio a giudizio. Rinvio a giudizio? Si attende la sentenza del tribunale. Condanna in tribunale? Si attende l’appello. Condanna in appello? Si attende la Cassazione. Poi finalmente si pronuncia la Cassazione e tutti si dimenticano di commentare. Con la sentenza sul corrotto prescritto David Mills s’è fatto anche di peggio: il 25 febbraio, quando uscì il dispositivo della Cassazione, i turiferari del Cavalier corruttore lo spacciarono per assoluzione, grazie anche al Tg1 dell’apposito Minzolini. Quando poi, il 21 aprile, sono arrivate le motivazioni, tutti zitti.Torniamo a due mesi fa: le Sezioni unite dichiarano prescritto il reato di Mills, retrodatando la prescrizione da febbraio 2010 a dicembre 2009, e condannano l’imputato a risarcire 250 mila euro allo Stato. E’ chiaro a tutti che Mills fu corrotto. Da chi, segreto di Pulcinella. Ma Berlusconi dice che “il reato non è stato commesso” e strilla alla “persecuzione giudiziaria” dei “pm talebani”. Il suo capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto delira di “dura sconfitta per il rito ambrosiano”. Il dioscuro del Senato Maurizio Gasparri vaneggia di“giudici milanesi sconfessati e sbugiardati”. Per il capo dei senatori leghisti Federico Bricolo, “questa clamorosa sentenza prova l’accanimento contro Mills per colpire Berlusconi”. Il coordinatore Pdl Denis Verdini tuona contro la “persecuzione giudiziaria ai danni del premier per sovvertire la volontà degli italiani”. L’on. avv. Niccolò Ghedini assicura: “La Cassazione non dice che Mills è colpevole. Nessun accertamento di reato”. “Vittoria di Berlusconi. Schiaffo della Cassazione ai pm”, titola il Giornale: “Il Cav e gli italiani dovrebbero essere risarciti”. “Il Cavaliere – scrive Vittorio Feltri – può cantare vittoria: se non c’è più il corrotto, non ci può più essere il corruttore”. Libero è lapidario: “Silvio assolto”. Sotto, il solito Filippo Facci deduce che, siccome il reato (per Mills) s’è prescritto nel dicembre 2009, “il processo non doveva neanche iniziare” (nel 2005).
Due mesi dopo arrivano le motivazioni: il reato c’era eccome, Mills fu corrotto con 600 mila dollari targati Biscione in cambio della sua “reticenza” al processo d’appello sulle mazzette Fininvest alla Guardia di Finanza. Berlusconi fu condannato in primo grado, prescritto in appello e assolto in Cassazione per “insufficienza probatoria” appunto perché Mills “aveva ricondotto solo genericamente a Fininvest, e non alla persona di Silvio Berlusconi, la proprietà delle società off-shore”. E proprio la carenza di prove certe sul punto determinò … l’assoluzione di Berlusconi”.
Se Mills non fosse stato comprato e avesse detto la verità, le prove sarebbero state certe e sufficienti a condannare per corruzione il Cavaliere. Che sarebbe finito in carcere, non a Palazzo Chigi. Ecco perché, sulle motivazioni della Cassazione, tutti tacciono. “Quando potremo dire tutta la verità – diceva Leo Longanesi – non la ricorderemo più”.
(Vignetta di Bandanax)
via Mills di queste balle – Marco Travaglio – Voglio Scendere.