Quella in cui bisogna aspettare che arrivi Calderoli ad abrogare 30 mila leggi inutili, soprassate o in qualche modo implicitamente abrogate per l’uscita di leggi posteriori che le contraddicono o le superano (secondo il principio del Diritto per cui “lex posterior abrogat aut derogat priori” (o in alcuni casi lex specialis abrogat aut derogat generali) .
Diceva Tacito che “più la Repubblica è corrotta, tante più sono le leggi che la governano“. Ecco, credo che l’Italia sia la conferma che avesse ragione.
Poi ci lamentiamo se la giustizia è ingolfata, in una nazione in cui resistere in giudizio fino al giungere della prescrizione è una strategia difensiva come un’altra.
Ecco, per questo in particolare, dubito che l’amato Silvio, che grazie alla prescrizione ha evitato spesso che i suoi processi arrivassero a sentenza, possa in qualche modo consentire che venga riformata in modo da non renderla un risultato possibile del processo, ma solo uno strumento che impedisca di perseguire qualcuno dopo troppi anni che il reato è stato commesso. Ad esempio limitandola solo al rinvio a giudizio.
Ossia, io commetto un reato oggi, che verrà prescritto nel 2020. Se entro il 2020 non saranno fatte indagini, udienze preliminari e quant’altro, in modo che per quella data io sia rinviato a giudizio, si prescrive. Altrimenti, ci volessero anche 30 anni, si resta in giudizio fino a sentenza.
Se non altro riducendo le leggi si possono evitare le liti temerarie che, essendoci leggi così assurde ancora vigenti, uno può intentare senza incappare nelle sanzioni che gil deriverebbero.