Alessandro Manzoni riuscì a rendere con la sua prosa magistrale dentro la metafora dei “capponi di Renzo” un concetto che oggi in Italia è quanto di più attuale ci sia. Certo non provo nemmeno a spiegarlo meglio di così.
Leggo su Repubblica che dei ragazzini delle medie, mutuando gli argomenti dei “grandi”, hanno dei problemi di convivenza con i loro coetanei cinesi “perchè puzzano”.
Succede a Quarto Oggiaro, quartiere periferico, difficile e pieno di “figli di terroni”. Quelli che, negli anni ’60, erano gli ultimi, i reietti, i ghettizzati. Quelli del “non si affitta ai meridionali”. Molti di questi, e perfino i loro padri, sono diventati leghisti e xenofobi.
Ora hanno la possibilità di essere loro gli aguzzini dalla memoria davvero corta. D’altra parte noi italiani in un passato non tanto remoto eravamo “quelli che puzzano” per i tedeschi, gli inglesi, i belgi e gli americani.
Negli anni ’20 un giudice USA assolse un “negro” che si era accoppiato con una “bianca” quando avere rapporti “interracial” era reato (credo che lo stato fosse l’Alabama, in ogni caso era uno stato del Sud). Il giudice motivò l’assoluzione perchè la donna bianca era italiana. Quindi, praticamente, “negra”. Scrisse nella sentenza che gli italiani erano geneticamente un mix di europei e nordafricani, quindi non si poteva dire con certezza che quel rapporto sessuale fosse interrazziale.
E’ passato quasi un secolo e queste cose ci fanno quasi sorridere. Ora negli USA c’e’ un presidente nero, figlio di un africano.
Però è importante ricordarci, oggi che facciamo le guerre ai minareti e ai cinesi, che fino a non molto tempo fa i negri eravamo noi.
(visto cosa si dice degli africani sarei ben contento se quel giudice avesse avuto ragione. anzi, sarebbe ben contenta la mia consorte. Purtroppo però io non ho “il ritmo” nel sangue).