Assistiamo in questi giorni al surreale dibattito sulla sentenza del giudice monocratico che, in sede civile, ha stabilito un risarcimento a favore di CIR (De Benedetti) contro Fininves (Berlusconi) per un fatto avvenuto alla fine degli anni ’80.
I fatti si riferiscono a quella che le cronache chiamano “la guerra di Segrate”, in cui furono coinvolti tre soggetti, CIR (De Benedetti), Fininvest (Berlusconi) e la famiglia Formenton (eredi di Arnoldo Mondadori, fondatore dell’omonima casa editrice). Successe che per giochi di potere e partite politiche, De Benedetti e Berlusconi si contesero il controllo del gruppo editoriale, De Benedetti fece un accordo con Formenton ma poi Berlusconi riuscì in un secondo tempo a convincere Formenton a cedere a lui il pacchetto che gli avrebbe concesso il controllo. De Benedetti impugnò quest’accordo, davanti ad un lodo arbitrale, che è divenuto famoso (o famigerato) come Lodo Mondadori. L’arbitrato diede ragione a De Benedetti e Berlusconi impugnò il verdetto presso la corte di Appello di Roma, e il giudice Metta pronunziò una sentenza favorevole a Fininvest, rovesciando l’esito del Lodo.
Anni dopo, facendo seguito alla testimonianza di Stefania Ariosto sulle amicizie dell’avvocato Previti nei palazzi di giustizia romani, venne aperta un’inchiesta anche su quella sentenza. Dopo svariati gradi di giudizio, Previti, Metta, Pacifico e Acampora vennero condannati perchè venne dimostrato che la sentenza favorevole a Fininvest fu frutto di corruzione. Silvio Berlusconi invece, venne prosciolto per avvenuta prescrizione del reato, considerando le attenuanti generiche. Berlusconi chiese in Cassazione di essere prosciolto nel merito, ma la richiesta venne respinta. Per altro è facoltà di chi viene dichiarato “prescritto” di rinunciare a questo istituto per ottenere piena soddisfazione e completa assoluzione (qualora si ritenga di meritarla).
Quindi, riassumendo. Berlusconi ha ottenuto la proprietà del gruppo Mondadori attraverso una sentenza fraudolenta, ovvero ottenuta attravero una corruzione (accertata e passata in giudicato). Berlusconi per questi fatti non è stato condannato, ma nemmeno assolto, ne ritenuto innocente come da sua esplicita richiesta, ne ha rinunciato alla prescrizione, come sarebbe stato suo diritto fare.
Stabilito tutto questo è del tutto evidente che chi è andato in giudizio contro Berlusconi, avendo ottenuto una sentenza sfavorevole perchè frutto di corruzione, ha subito un danno. Ed è altrettanto evidente che se anche Berlusconi non avesse autorizzato o richiesto esplicitamente di corrompere un giudice ai suoi avvocati, questi avvocati hanno agito per suo mandato legale, usando il suo denaro e per ottenere una sentenza favorevole alle sue aziende.
Nel diritto civile, a differenza di quello penale, esiste la responsabilità oggettiva. Vale a dire che mentre per un reato per cui si può finire in galera deve essere accertata una responsabilità personale, diretta, inequivoca sui fatti oggetto di reato (quindi il processo avrebbe dovuto dimsotrare che sia stato Berlusconi in persona a richiedere una corruzione per ottenere sentenza favorevole, senza ombra di dubbio) per il processo civile questa certezza non serve.
Ovvero basta che in un’azienda in cui c’e’ un azionista e legale rappresentante che deve vigilare sui conti e sui professionisti a cui vengono affidati dei mandati, che venga distratto del denaro e usato questo denaro per commettere un reato, anche a sua insaputa (cioè se anche Berlusconi fosse stato *davvero* all’oscuro delle trame di Previti & C.), essendo suo compito, fra gli altri, impedire che queste cose avvengano, se anche avesse omesso di vigilare o di mettere in atto qualunque azione preventiva all’avvenimento dei fatti criminosi, è oggettivamente responsaible lui e la sua azienda, per questi fatti.
Per riportare la cosa su terreni più familiari, se vostro figlio di dieci anni vi ruba la macchina e con questa si va a schiantare contro un recinto di un giardino facendo migliaia di euro di danni, la responsabilità è vostra. E chiunque lo capisce facilmente. Non conta dire: mio figlio è piccolo, io non lo sapevo, non gli ho detto io di prendere la macchina. Basta aver creato (o non impedito) le condizioni per cui si verificasse il danno. E avrete, state certi, l’obbligo di risarcimento.
Quindi, al di la dell’entità molto grande (750 milioni sono un mucchio di soldi) che può essere oggetto di discussione, sul fatto che CIR abbia subito un danno ingiustificato per “colpa” di Fininvest (e quindi di Berlusconi) è un fatto acclarato e frutto di una sentenza passata in giudicato.
E’ del tutto ridicolo e risibile che si urli al “golpe” “sentenza ad orologeria” “complotto” “eversione” e che addirittura si invochi la piazza per difendere gli interessi privati del Presidente del Consiglio in una sua controversia con un altro privato cittadino a seguito di fatti definitivamente accertati.
Se davvero faranno quello che Gilioli ha felicemente ribattezzato il “corruption day” vuol proprio dire che l’Italia è una nazione montata a rovescio e che non abbiamo speranze di tirarci fuori da questo pantano.
Sismi: gli avvocato di CIR, ENI e Banca Carige spiati dai servizi segreti
“Sismi: Altana Pietro colpisce ancora”.
Articolo/scoop tratto dal portale Indymedia al link:
http://piemonte.indymedia.org/article/9264
Dall’edizione odierna (29 giugno 2010) del quotidiano Il Corriere Mercantile di Genova:
“SPY Story – I soci di un notissimo studio legale genovese hanno denunciato un’intrusione informatica e la sparizione di documenti. Avvocati spiati scatta la perquisizione. La Digos sequestra vario materiale nella casa di Pietro Altana ex informatore del Sismi”
L’ex dipendente del Sismi (e probabilmente anche Sisde) che ha spiato per anni gli iraniani, centri sociali, società dell’alta finanza, e noti avvocati è stato pizzicato dalla Polizia Postale a saccheggiare via telematica documenti riservati degli avvocati di fiducia di Carlo De Benedetti (CIR) e di Banca Carige: lo studio legale Roppo & Canepa, fondato dagli avvocati Vincenzo Roppo e Paolo Canepa. Quest’ultimo è anche fratello di Anna Canepa (il magistrato che nel 2004 ha fatto arrestare e condannare l’agente del Sismi).
Da quanto si sussurra in ambienti vicini alla Procura della Repubblica di Genova pare che l’Altana avesse anche spiato da vicino Roppo & Canepa facendo l’addetto alle pulizie negli uffici della nota law firm nel corso dell’operazione Sismi “Cavallo di Troia” (uscito anche un articolo quì su Indymedia e alcuni articoli su Il Secolo XIX e su Milano Finanza).
continua …