Noi liguri tendiamo sempre a ironizzare sugli automobilisti padani, che vanno come dei cacciabombardieri nei lunghi rettilinei della loro piatta pianura, salvo poi aggrapparsi ai freni peggio di una qualunque nonna Abelarda che invece sia nata in qualche paesino aggrappato ai riccioli di una qualunque strada appenninica delle nostre parti. E vengono tutti più o meno bonariamente bollati come “milanesi”.
Il contrappasso si ha quando noi liguri andiamo in Padana e c’e’ la nebbia. Ieri mattina sono andato a recuperare a Orio al Serio la nostra nuova au pair che sarebbe atterrata alle 8.30. Alle sei e mezzo di mattina, superata Serravalle, ho battuto il muso contro un muro di nebbia che sembrava bambagia e ho iniziato ad andare pianissimo, come la già menzionata nonnina con la 127 color ruggine. Poco prima di Tortona sono stato superato da una Volvo grigia, formato cacciabombardiere, e ho deciso di seguirla. Mi ha fatto da “battistrada” fino alla barriera di Milano, e sono riuscito a tenere un buon passo, al netto di una visibilità che a stento arrivava a 70-80 metri.
Io non so se sia incoscienza o solo abitudine, in ogni caso io ne ho approfittato, con la luce retronebbia riuscivo a tenerlo a distanza di sicurezza in modo che se avesse picchiato contro un alce sarei riuscito a fermarmi (tanto più che oramai le macchine moderne hanno degli impianti frenanti prodigiosi).
Ah poi in Tangenziale il problema non si è posto, perché si andava a passo d’uomo.