Vedo con dispiacere che in Italia continuiamo a non riuscire a superare l’approccio ideologico nell’affrontare le questioni, e forse questo dipende dal fatto che quelli che hanno in mano le redini del dibattito pubblico, escluso forse in Rete, sono 60enni che erano ragazzi negli anni ’70, super politicizzati e super ideologizzati. Certi schemi mentali diventano insuperabili: imprenditori = ladri, operai = sfruttati, artigiani = evasori, oppure sindacalisti = fancazzisti, dipendenti pubblici = parassiti, disoccupati = falliti e così via.
Un po’ forse dipende dal fatto che siamo cresciuti vedendo film in cui chi fosse il cattivo e che fine avrebbe fatto lo capivamo dal primo fotogramma, i film in cui la realtà è un po’ più complessa e i cattivi hanno dei traumi da superare mentre i buoni hanno dei lati oscuri da domare sono in voga solo ultimamente.
Fatto sta che questo dibattito sullo statuto dei lavoratori sembra destinato, per l’ennesima volta, a non portare niente di utile. Lo statuto è uno strumento che serve a dare diritti e tutele alla parte debole di un rapporto economico: datore di lavoro – lavoratore. Il problema è che questi diritti sono tali e talmente forti da consentire a chi ne abusasse di poterlo fare impunemente senza rischiare praticamente nulla. Ormai le imprese investono risorse rilevantissime nella selezione del personale per scongiurare il rischio di trovarsi in casa qualche perdigiorno o testa di cazzo perché l’evenienza che poi se ne possano sbarazzare è sostanzialmente zero. Il che non significa che questi diritti siano sbagliati o inutili o eccessivi. Un lavoratore ha diritto alle ferie, alla malattia, alla maternità e ai permessi per andare dai genitori anziani o dai figli disabili. Il problema, ripeto, è chi di questi diritti ne ha per anni stra abusato rendendo contemporaneamente le imprese impotenti a sottrarsi a questi abusi. I casi di cui ho conoscenza diretta sono molti e in alcuni casi davvero incredibili, uno per tutti quello del postino che anziché consegnare la corrispondenza la buttava nei cassonetti, cosa che non è stata ritenuta da un tribunale del lavoro “giusta causa” per il licenziamento.
Questo voleva dire Monti e questo è un argomento su cui occorrerà prima o dopo dirimere i nodi. Il che non significa che i diritti dei lavoratori siano troppi o sbagliati, significa che bisogna poter porre argine a chi ne abusa.
Aggiungerei anche (come scrissi tempo fa sul mio blog) che molto probabilmente tra chi oggi parla dello Statuto dei Lavoratori (sia tra chi lo difende, sia tra chi lo attacca) nessuno probabilmente lo ha letto tutto.
Saluti,
Mauro.
Credo sia proprio un bel post. Grazie per averlo condiviso!