Minzolini difende il Lodo Alfano
Bindi: “Sono esterrefatta”
via Minzolini difende il Lodo Alfano Bindi: “Sono esterrefatta” – Politica – Repubblica.it.
A furia di ripetere una boiata, finisce per diventare vera (per lo meno per l’opinione pubblica “distratta”). Così a furia di raccontare ‘sta fesseria che i partiti politici sono condizionati dai magistrati e che quindi occorre rimettere la barriera dell’immunità per evitare interferenze, finirà per diventare una verità storica assodata.
Proviamo ad analizzare quello che ha detto Minzolini.
E’ vero che i Togliatti e i De Gasperi misero nella Costituzione l’immunità parlamentare per evitare che i magistrati potessero interferire nell’attività politica, ma lo fecero all’indomani della caduta del Fascismo, epoca nella quale l’uso di polizia politica e giudici fascisti che mandavano gli intellettuali e i parlamentari avversari al confino o in galera era all’ordine del giorno.
In più si era alla vigilia della Guerra Fredda, nessuna delle due parti aveva piena fiducia del fatto che, avendo l’altra parte il potere, se questo si fosse esteso alla magistratura, avrebbe potuto usarlo per fini politici anzichè istituzionali.
Il tutto era in qualche modo cementato dal fatto che non era “possibile” l’alternanza al governo, in pratica il pentapartito continuava a governare imperterrito, qualunque cosa facesse, perchè l’alternativa era finire (per lo meno questo pensavano gli italiani) dentro il Patto di Varsavia.
Così si creò un sistema istituzionale (nel suo intero, sia legislativo, che esecutivo, che giudiziario) estremamente debole ma in cui la vera forza stava nei partiti. Così si creò una magistratura totalmente indipendente, in cui vige l’obbligo dell’azione penale (ovvero per qualunque reato, di qualunque importanza, si abbia notizia, si agisce e non, come succede ad esempio negli Stati Uniti, a discrezione del Procuratore sulla base di indirizzi politici e del volere del proprio elettorato) e allo stesso tempo i politici venivano preservati dal giudizio, avendo un tribunale speciale. In pratica si disse: tu giudice fai quello che ti pare, e poi a giudicarti (assolverti) ci pensa il CSM (che è un organo a composizione mista politici/togati) mentre noi facciamo quello che ci pare e a giudicare (assolvere) ci pensa il Tribunale dei Ministri. Cane non mangia cane.
Questo però, rispetto alle nobili intenzioni iniziali, anzichè un salvacondotto per tutelare e garantire la libertà di pensiero e di parola da parte dei parlamentari, si è trasformato in un salvacondotto per ogni genere di porcheria, corruttela e connivenza con la criminalità.
Il Parlamento, quando viene richiesto da un giudice il permesso di agire contro un parlamentare, dovrebbe votare a favore o meno sulla base del fatto che quest’azione presenti i contorni di una persecuzione (viene definito “fumus persecutionis” ovvero “impressione di persecuzione”) che non dipenda da motivi di legge, ma da motivi politici o personali.
Anzichè attenersi a questo dettato, di per se sacrosanto, i parlamentari negli anni si sono sempre e trasversalmente autoassolti, salvo il periodo di indignazione morale e di giustizialismo feroce di tangentopoli, dove i più feroci giustizialisti erano quelli che oggi gridano allo scandalo, da Emilio Fede, coi suoi inviati storici in pianta stabile sotto il Palazzo di Giustizia di Milano a fare la grancassa dei magistrati, ai giornali di destra come il Giornale (fino al cambio di rotta deciso da Berlusconi) ai parlamentari e militanti di Lega ed MSI, salvo poi diventare placidi agnellini in cambio delle poltrone lautamente erogate dallo zio Silvio. Gente che sventolava i cappi in Parlamento. I leghisti davano del “mafioso” a chiunque avesse anche solo soggiornato un giorno a Roma. Durante le elzioni per il sindaco di Miliano, fra il leghista Formentini e il PDSino Nando Dalla Chiesa (figlio del generale Dalla Chiesa, *quel* generale Dalla Chiesa) in un comizio Bossi definì il candidato avversario Nando Dalla Cosa Nostra. In questi anni hanno governayo con Cosentino, Dell’Utri, Cuffaro, Previti… e galantuomini del genere.
Di tutto questo furore giustizialista oggi sono tutti pentiti. Ma non per opportunismo, sia chiaro. Non perchè altrimenti Berlusconi (l’elargitore di poltrone per partiti alleati e mignotte assortite) si troverebbe in un mare di guai. Ma per il vero spirito democratico e costituente di Togliatti e De Gasperi di sottrarre ai giudici il potere di condizionare la politica.
Come ci ha spiegato Minzolini.